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Francia, il “domani” di Jordan Bardella

Il giovane presidente del Rassemblement National cavalca l’onda del successo; un’ascesa inarrestabile per il fedelissimo di Marine Le Pen

  • 3 giugno, 17:34

RG 12:30 del 3.6.2024 Il servizio di Alessandro Grandesso

RSI Mondo 03.06.2024, 16:53

  • keystone
Di: Alessandro Grandesso

Cori da stadio, musica da discoteca e una marea di tricolori sventolati nell’euforia generale. L’ultimo meeting del Rassemblement National si è trasformato in una grande festa, ieri, domenica a Parigi. A ballare sono gli elettori di un’estrema destra che, a sei giorni dalle elezioni europee, continua a volare nei sondaggi. Il capolista e presidente del partito Jordan Bardella potrebbe raccogliere il 33% dei suffragi. Un’ascesa a prima vista inarrestabile per il fedelissimo di Marine Le Pen che però sta cominciando a mettere in ombra la stessa futura candidata alle Presidenziali del 2027.

Nel frattempo, Bardella si focalizza sulle elezioni imminenti che intende trasformare in una sorta di referendum, pro o contro il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron. Anche ieri, il 28enne ha martellato sulla necessità di presentarsi alle urne, riducendo l’astensionismo, e non disperdere i voti in liste che toglierebbero forza al Rassemblement National, “l’unico partito capace di battere Macron e arrivare domani al potere”. In quel “domani”, accolto con un lungo applauso dai 6’000 sostenitori, si cela tutta l’ambizione del giovane leader che nel 2022 è stato eletto alla guida del partito, su input di Le Pen.

Una consacrazione per Bardella, dal 2012 membro attivo del movimento di cui divenne portavoce tre anni dopo, entrando quindi nella segreteria, prima di essere eletto eurodeputato nel 2019, a soli 23 anni. Fino appunto all’elezione alla presidenza, sponsorizzato da Le Pen che vide in lui il volto giusto per rendere il partito di estrema destra più presentabile. Un compito che Bardella, di origini italiane e cabile, nato e cresciuto a Saint Denis, una delle periferie più disagiate della capitale, ha condotto con abilità. Tanto che ormai sono numerosi i commentatori che gli attribuiscono ambizioni presidenziali.

Bardella entrerebbe infatti in concorrenza diretta con la sua mentore, visto che Le Pen aspira all’Eliseo nel 2027, quando Macron non potrà più presentarsi, al termine del secondo mandato. Il piano prevede la nomina di Bardella come primo ministro che dovrebbe quindi tradire Le Pen per imporsi come candidato per la presidenza della Repubblica. E non sarebbe una novità in un partito che in passato ha vissuto divorzi e ammutinamenti, anche in seno alla stessa famiglia Le Pen. Intanto, il capolista Bardella, che non ha brillato nel duello televisivo contro il premier Attal, coltiva l’elettorato anche al di là di un’estrema destra che in termini generali potrebbe raccogliere domenica il 40% dei voti. Secondo l’ultimo sondaggio pubblicato dal quotidiano Le Monde, su un campione di 11’430 persone, Bardella è primo per distacco al 33%, più del doppio della candidata del partito macronista Valerie Hayer (al 16%), e del socialista Glucksmann (14,5%). Abbastanza per pensare con ottimismo anche al “domani”.

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