Lunedì sera l’Eliseo ha annunciato la composizione del nuovo governo francese, nominato dal presidente Emmanuel Macron e guidato dal primo ministro François Bayrou. L’esecutivo è composto da 17 ministre e 17 ministri, secondo quanto annunciato questa sera dal segretario generale dell’Eliseo, Alexis Kohler. Bayrou si è detto “fiero’‘ di questo ‘‘collettivo d’esperienza per riconciliare e ripristinare la fiducia di tutti i francesi”, dopo i mesi caotici seguiti alla decisione del presidente Macron di sciogliere il Parlamento.
Due ex primi ministri, Elisabeth Borne e Manuel Valls, saranno a capo rispettivamente del Ministero dell’Istruzione e del Ministero d’Oltremare.
Elisabeth Borne avrà in portafoglio l’Educazione nazionale, l’Istruzione superiore e la Ricerca. Manuel Valls - nato in Spagna da padre catalano e madre ticinese - al dicastero per i territori d’Oltremare fa il suo grande ritorno nella politica francese, dopo gli anni passati a Barcellona dove tentò la corsa a sindaco, con un dossier esplosivo: l’emergenza della situazione a Mayotte, dopo il passaggio dell’uragano Chido (proprio oggi la Francia ha celebrato il lutto nazionale) nonché il rompicapo della Nuova Caledonia.
Tre mesi dopo aver lasciato gli Interni, il macroniano ed ex di LR, Gérald Darmanin, torna al governo, sempre con il rango di ministro di Stato, con l’incarico della Giustizia, posto inizialmente proposto dal primo ministro François Bayrou al navigatissimo esponente della destra moderata, Xavier Bertrand, che però poco prima degli annunci ministeriali ha fatto sapere di non voler entrare in un esecutivo composto a suo parere ‘‘con l’avallo di Marine Le Pen’‘.
Il “falco” di Les Républicains (LR, centro-destra) noto per il pugno duro contro i migranti clandestini, Bruno Retailleau, è stato confermato al ministero dell’interno. Jean-Noël Barrot agli Affari esteri, Sébastien Lecornu alle Forze armate e Rachida Dati alla Cultura.
Al ministero dell’economia, al posto di Antoine Armand, è stato scelto un outsider della politica, Eric Lombard, finora direttore della Cassa depositi e prestiti di Parigi nonché numero uno dell’assicuratore Generali France. Una nomina di alto profilo tecnico per contribuire alla rapida adozione della legge di bilancio 2025 - teoricamente nei primi mesi dell’anno nuovo - e rassicurare partner europei e mercati finanziari sui disastrati conti pubblici dell’Esagono. Sarà affiancato dalla macronista Amélie de Montchalin, responsabile dei Conti pubblici, in un momento in cui la Francia sta affrontando una delle peggiori crisi di bilancio della sua storia recente. Tra gli altri portafogli economici, Laurent Marcangeli (Horizons) sarà responsabile della Funzione pubblica. Annie Genevard (LR) manterrà l’Agricoltura.
L’ex ministro socialista François Rebsamen è stato nominato ministro dell’Assetto territoriale e del Decentramento nel nuovo governo di Bayrou. Catherine Vautrin, stretta collaboratrice di Nicolas Sarkozy, è stata nominata a capo di un grande ministero della Sanità e del Lavoro.
Il governo Bayrou comprende 19 ministri riconfermati rispetto al precedente esecutivo sfiduciato di Michel Barnier, tra cui Sébastien Lecornu (difesa), Jean-Noël Barrot (esteri), Annie Genevard (agricoltura), Rachida Dati (cultura), Astrid Panosyan-Bouvet (lavoro e occupazione) e Valérie Létard (alloggio). Una sorta di “Ritorno al futuro”?, hanno chiesto in serata a Bayrou intervistato dall’emittente francese BFM TV: “Questo governo è il futuro”, ha assicurato il primo ministro.
Designato il 13 dicembre da Macron, Bayrou si era impegnato a formare la nuova squadra prima di Natale. Il segretario generale della presidenza, Alexi Kohler, ha riferito che il primo consiglio dei ministri è stato fissato per il 3 gennaio. Bayrou, che dovrebbe pronunciare il suo discorso di politica generale il 14 dinanzi al Parlamento, è il sesto capo del governo dalla prima elezione di Macron all’Eliseo nel 2017, e il quarto per il solo 2024. Segno, quest’ultimo, di un’instabilità politica piuttosto inedita per la Francia.
La nomina di due ministri di area socialdemocratica, François Rebsamen (pianificazione territoriale) e Juliette Méadel (politiche urbane), non sembra soddisfare il cartello di sinistra, Nuovo Fronte Popolare (NFP, alleanza elettorale di partiti nata il 10 giugno 2024 in vista delle elezioni legislative anticipate), che già nei giorni scorsi aveva scartato l’ipotesi di aderire al nuovo esecutivo a vocazione bipartisan. “Non è un governo, è una provocazione’‘, ha infatti tuonato il segretario del Partito socialista (PS), Olivier Faure, accusando il premier di flirtare con l’estrema destra di Marine Le Pen. Ma le nomine non sembrano piacere neanche ai lepenisti. Bayrou “ha messo insieme la coalizione degli sconfitti”, ha dichiarato Jordan Bardella, leader del Rassemblement national (RN, di estrema destra), aggiungendo: “Per fortuna il ridicolo non uccide”.
Notiziario 20.00 del 23.12.2024
Francia, François Bayrou è il nuovo premier
Telegiornale 13.12.2024, 20:00