I ministri degli esteri delle potenze occidentali si sono riuniti a Lucca oggi, lunedì, alla ricerca di una posizione comune sulla Siria dopo l'attacco chimico a Idlib, su cui c'è l'ombra del presidente Bashar al Assad (vedi correlati). Sei agenti sono rimasti contusi nel corso degli scontri dove i manifestanti contro il G7 hanno cercato di sfondare il cordone della polizia.
Manifestazioni a Lucca (EBU)
RSI Info 11.04.2017, 00:04
La posizione più dura tra le mura del vertice è stata quella del britannico Boris Johnson, che — evocando la possibilità di applicare nuove sanzioni contro siriani e russi — ha chiesto a Mosca, principale sponsor del regime, di "scegliere se continuare a stare al fianco di Assad oppure con il resto del mondo".
Da sinistra, il ministro francese Jean-Marc Ayrault, l'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini, la ministra canadese Chrystia Freeland, l'italiano Angelino Alfano, il giapponese Fumio Kishida, l'inglese Boris Johnson e lo statunitense Rex Tillerson
Il segretario di Stato americano Rex Tillerson ha ricordato che la priorità resta quella di sconfiggere l'IS. Martedì, a conclusione dell'incontro, i riflettori si sposteranno su Mosca, dove Tillerson incontrerà il collega Serghei Lavrov (ma non il presidente Putin). Il colloquio si annuncia complicato. Intanto la situazione dall'altra parte del mondo non migliora: sembra che al Assad abbia ripreso i raid sui ribelli, secondo gli attivisti anche con napalm.
ATS/px