Non ci sono più notizie di oltre sessanta dei circa 240 ostaggi israeliani catturati da Hamas nell’attacco del 7 ottobre. Lo ha affermato un portavoce delle brigate Al Qassam, il braccio armato del movimento, aggiungendo che 23 corpi sono intrappolati sotto le macerie di un attacco. Le forze armate israeliane non hanno per ora commentato, in passato annunci del genere sono stati liquidati da Israele come guerra psicologica.
“Troveremo Sinouar e lo elimineremo” ha affermato il ministro della difesa israeliano Zoav Gallant riferendosi al capo di Hamas nella striscia di Gaza, Zahza Sinouar. Gallant ha confermato che le truppe israeliane stanno ora operando in zone residenziali. Dodici comandanti di Hamas sono già stati uccisi.
Per la prima volta dall’inizio del conflitto il generale Herzi Halevi, capo di stato maggiore di Tsahal (esercito israeliano) ha visitato le proprie truppe nella striscia di Gaza, dove i bombardamenti aerei e di artiglieria proseguono senza sosta. Uno di questi, secondo Hamas, ha colpito una scuola delle Nazioni Unite dove si trovavano degli sfollati dal campo profughi di Jabaliya, uccidendone 15. Colpita anche una scuola cattolica nella zona di Tel al-Hawa; ci sono stati danni ma non vittime.
Gaza, una famiglia torna in Svizzera
Telegiornale 04.11.2023, 20:29
Evacuazioni bloccate
Una famiglia di sei persone con nazionalità palestinese e svizzera che nei giorni scorsi era riuscita a lasciare Gaza è rientrata oggi a Ginevra, ma gli stranieri e le persone con doppia nazionalità che ancora si trovano nella striscia dovranno attendere. Le evacuazioni sono state nuovamente sospese, questa volta da Hamas, dopo gli attacchi di Israele alle ambulanze e il rifiuto di lasciar partire feriti palestinesi verso ospedali egiziani.
“Nessun detentore di passaporto straniero potrà partire prima che i feriti che devono essere evacuati dal nord della Striscia siano trasportati verso il terminale di Rafah”, ha indicato all’Agence France Presse un responsabile palestinese.
I membri del kibbutz di Kfar Aza manifestano a Gerusalemme
Proteste in Israele
Ci sono state proteste a Gerusalemme davanti alla residenza ufficiale del premier Benjamin Netanyahu. Centinaia di manifestanti hanno osservato un minuto di silenzio per l’attacco e la presa di ostaggi del 7 ottobre. “Dove eri a Kfar Aza?” cantavano i presenti in direzione della casa del premier, riferendosi a uno dei kibbutz presi di mira nell’attacco. Molti dei manifestanti venivano proprio da Kfar Aza. Tre persone sono state fermate dalla polizia.
Netanyahu si è fino a ora rifiutato di assumersi responsabilità per il fallimento del dispositivo militare e di sicurezza in occasione dell’attacco di Hamas.