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Gaza, nessun risultato dai negoziati di tregua

Hamas chiede il ritiro delle truppe israeliane dalla Striscia, una condizione inaccettabile per Netanyahu - Nel frattempo il governo israeliano ordina la chiusura sul suo territorio dell’emittente Al Jazeera - Il punto sulla situazione

  • 6 maggio, 05:46
  • 25 settembre, 12:37
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Gaza, l'analisi dell'esperta

Telegiornale 05.05.2024, 20:00

Di: Telegiornale/RSI Info 

Nessun risultato dai negoziati tenutesi al Cairo per un cessate il fuoco a Gaza. Con la tregua di 40 giorni per consentire uno scambio di ostaggi e prigionieri, Hamas chiedeva anche il ritiro definitivo delle truppe di Israele. Una condizione inaccettabile per il primo ministro Benjamin Netanyahu. L’ottimismo dei giorni scorsi si è così spento nel corso dei colloqui, con le due parti che hanno ribadito posizioni inconciliabili. Nel frattempo, domenica, il governo Netanyahu ha ordinato anche la chiusura delle attività dell’emittente araba Al Jazeera, in tutto il territorio di Israele, definendola portavoce di Hamas.

Questa volta sembrava che le parti fossero davvero a un passo dall’accordo. Ci siamo illusi o qualcosa è andato storto? Una domanda che la RSI ha girato alla giornalista italo-israeliana Rossella Tercatin, a Gerusalemme.

“Vi rispondo con le parole dettemi dal fratello di un ostaggio due giorni fa, quando l’accordo sembrava imminente: “Queste cose non le ascolto, non mi illudo. È dall’8 ottobre che sentiamo che un accordo può essere raggiunto, che torneranno, ma finché non gli vedo non ci credo”. E in effetti, quest’amara visione della realtà si è poi realizzata. Abbiamo visto come Hamas voglia come condizione il cessate il fuoco permanente, la fine della guerra, che non è una cosa che Israele è disposto ad accettare. Abbiamo visto anche come per il governo israeliano il raggiungimento di un accordo non sia alla fin fine la priorità assoluta che i famigliari di chi è in ostaggio desidererebbero fosse”.

Se sul tavolo non è rimasto nulla, quanto di fa vicino e concreto l’attacco israeliano a Rafah a questo punto?

“Sicuramente è un passo più vicino. Ricordiamoci comunque che rimangono elementi logistici che Israele dovrà gestire prima di poter sferrare quest’offensiva di terra di cui si è tanto parlato. E in particolare, che a Rafah ci sono un milione di civili palestinesi sfollati da altre parti della Striscia che Israele si è impegnata ad evacuare. Ora alcuni passi sono stati compiuti: sono state preparate delle tendopoli, l’esercito si è riorganizzato per avere i soldati necessari all’offensiva, per cui indubbiamente ci stiamo avvicinando, però c’è forse ancora margine di tempo prima che si scateni il più. Ricordando che attacchi come quello di oggi - i missili partiti da una zona civile di Rafah a soli 300 metri da un campo profughi verso il valico da cui passano gli aiuti umanitari da Israele a Gaza - di certo avvicinano la prospettiva di un’offensiva di terra”.

L’altra notizia della giornata è la chiusura di tutte le attività e di tutte le trasmissioni di Al Jazeera da parte di Israele. Questo rappresenta in qualche modo una nuova forma di isolamento per i palestinesi? Ricordiamo che Al Jazeera è praticamente l’unica fonte d’informazione che è presente in questo momento a Gaza.

“Allora dobbiamo fare alcuni distinguo. Innanzitutto, al momento Al Jazeera è stata chiusa per 45 giorni, che sono il periodo previsto da questa nuova legge definita appunto anti-Al Jazeera. Ricordiamo inoltre che per quanto Al Jazeera non possa più operare o trasmettere in Israele, questo non le impedisce di operare e trasmettere a livello globale, quindi di continuare a raccontare in particolar modo quello che avviene a Gaza. Sicuramente da un punto di vista simbolico è un messaggio molto forte, molto in linea con quello che questo governo vuole affermare. Ricordando anche che l’opinione pubblica israeliana ha ancora negli occhi i giornalisti palestinesi collaboratori di tante testate che durante l’attacco del 7 ottobre hanno non solo documentato, ma in alcuni casi, secondo molti, anche in qualche modo partecipato, supportato l’attacco. Per cui questo è anche un messaggio per aumentare la pressione su Hamas”.

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Gaza, ancora nulla di fatto nei negoziati di tregua

Telegiornale 05.05.2024, 20:00

 

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