C’è un chiaro segnale di passi in avanti per un accordo sugli ostaggi israeliani ancora trattenuti a Gaza e una possibile tregua nella guerra di Israele contro Hamas. Dopo i negoziati svoltisi al Cairo con la fazione islamica, i nuovi colloqui a Parigi - tra il direttore della CIA William Burns, il Qatar, l’Egitto e il capo del Mossad, David Barnea - sono stati definiti “molto buoni” e forieri di “significativi progressi”.
Il quadro aggiornato nella capitale francese passa sia all’esame di Hamas che a quello del gabinetto di guerra israeliano. Secondo molte fonti, ad accorciare le distanze sembra aver contribuito il fatto che la fazione islamica abbia “ridotto” molte delle sue condizioni iniziali, il che potrebbe aprire, pur con tutte le cautele del caso, a una soluzione positiva “prima di Ramadan” che comincerà il 10-11 marzo.
Secondo il consigliere per la sicurezza nazionale di Benjamin Netanyahu, Tzachi Hanegbi, la precondizione di Israele per un accordo è “il rilascio di tutti gli ostaggi, a partire da tutte le donne”. “Un accordo di questo tipo non significa la fine della guerra”, ha avvertito questo amico intimo del Primo Ministro in un’intervista a un canale televisivo.
Hamas, dal canto suo, chiede un “cessate il fuoco completo” e il ritiro delle truppe israeliane da Gaza. Secondo una fonte vicina al movimento islamista, il piano discusso a gennaio prevedeva una pausa di sei settimane e il rilascio di 200-300 prigionieri palestinesi in cambio di 35-40 ostaggi.
Hamas vietato in Svizzera
Telegiornale 21.02.2024, 20:00