Un parziale riconteggio dei voti espressi nelle contestate elezioni parlamentari dello scorso weekend in Georgia ha confermato la vittoria del partito al potere, “Sogno georgiano”. Lo ha dichiarato giovedì la commissione elettorale all’AFP, mentre l’opposizione ha denunciato un voto “rubato”.
Il riconteggio di circa il 12% dei seggi elettorali e del 14% delle schede elettorali “non ha portato ad alcuna modifica significativa dei risultati ufficiali precedentemente annunciati”, precisa la commissione. Ciò conferma che “Sogno georgiano”, che vede un suo esponente, Irakli Kobakhidze, a capo del governo di questa ex repubblica sovietica, ha vinto le elezioni di sabato. Tuttavia, l’opposizione non riconosce comunque i risultati.
La presidente Salome Zurabishvili, che è in aperto conflitto con il governo in carica, ha denunciato un “sofisticato” sistema di frodi durante le elezioni parlamentari. Convocata dall’Ufficio del procuratore nell’ambito dell’inchiesta su questa “presunta falsificazione”, mercoledì ha annunciato che si sarebbe rifiutata di partecipare.
Anche gli osservatori internazionali hanno rilevato irregolarità durante il voto e l’Unione Europea ha chiesto un’indagine su tali accuse. L’appuntamento alle urne è stato visto, del resto, come un test per il futuro europeo della Georgia, che ha l’ambizione di entrare nell’UE e nella NATO.
Nonostante abbia assicurato di perseguire questi obiettivi, “Sogno georgiano” è accusato di derive autoritarie e sospettato di voler gettare il Paese nelle braccia di Mosca. Alcuni suoi leader, tra cui il potente e ricco oligarca Bidzina Ivanishvili, hanno rilasciato numerose dichiarazioni ostili nei confronti dell’Occidente.
Il partito si presenta come l’unico in grado di evitare che la Georgia subisca lo stesso destino dell’Ucraina, che sta combattendo l’invasione russa dal febbraio 2022. Anche la Georgia è stata invasa dall’esercito russo durante una breve guerra nel 2008, un episodio che ha lasciato il segno nel Paese. In quanto potenza storica della regione, la Russia ha basi militari in due regioni separatiste georgiane di cui ha riconosciuto l’indipendenza: l’Abkhazia e l’Ossezia del Sud.
Dall’inizio dell’anno la Georgia ha anche adottato una legislazione che è stata denunciata dai partner occidentali come molto simile alle leggi russe. Una di queste, definita “legge sugli agenti stranieri”, inasprisce i controlli, aumenta le sanzioni per le organizzazioni e i media che ricevono più del 20% dei loro fondi dall’estero e ha scatenato manifestazioni di massa a maggio, mentre un’altra limita i diritti delle persone LGBT+.
Georgia, verso un riconteggio parziale dei voti
Telegiornale 29.10.2024, 12:30