Gli Stati Uniti hanno congelato gli aiuti all’estero, ad eccezione di quelli forniti all’Egitto e a Israele, in attesa di una revisione completa per verificare se sono in linea con la politica di Donald Trump. Gli aiuti alimentari di emergenza non sono interessati dalla misura.
“Nessun nuovo fondo sarà impegnato [...] fino a quando ogni nuova assegnazione o estensione proposta non sarà stata rivista e approvata” in linea con l’agenda del presidente degli Stati Uniti, si legge in una circolare interna del segretario di Stato americano Marco Rubio al personale del Dipartimento.
Sono esentati gli aiuti alimentari di emergenza, di cui dovrebbe beneficiare in particolare la Striscia di Gaza dopo il cessate il fuoco tra Israele e Hamas. L’unico dubbio, per ora, riguarda l’Ucraina. Il Paese non viene menzionato nella circolare del Segretario di Stato. Circolare che si basa sull’ordine esecutivo firmato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump lunedì, il giorno del suo insediamento, che aveva, appunto, ordinato il congelamento degli aiuti esteri statunitensi per 90 giorni.
Le preoccupazioni delle ONG
Diverse ONG hanno espresso allarme per l’impatto di questo congelamento, in particolare sugli aiuti umanitari e allo sviluppo. “La sospensione degli aiuti umanitari ha gettato l’incertezza su tutti i programmi americani di aiuto umanitario e allo sviluppo, impedendo ai professionisti dell’aiuto di pianificare o agire in modo efficace”, ha deplorato la direttrice di Oxfam America, Abby Maxman, in un comunicato stampa. Secondo lei, questa pausa “potrebbe avere conseguenze nefaste per innumerevoli bambini e famiglie in crisi”.