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Hamas-Israele: la tregua, per ora, regge

Prevista per domenica una terza tornata di rilasci di ostaggi in cambio della liberazione di prigionieri palestinesi e dell’accesso di aiuti umanitari alla Striscia di Gaza

  • 26 novembre 2023, 10:58
  • 26 novembre 2023, 14:53
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Gaza, terzo giorno di tregua

Telegiornale 26.11.2023, 12:30

  • Keystone
Di: AFP/RSI Info 

Un nuovo scambio di ostaggi di Hamas con prigionieri palestinesi è previsto per domenica, nel terzo giorno di tregua tra Israele e il movimento islamista al potere a Gaza, dopo due prime tornate di rilasci. Secondo quando riportato dalle autorità egiziane verranno rilasciati 13 israeliani e 39 palestinesi.

A dimostrazione della fragilità della tregua, i rilasci di sabato sono stati ritardati di diverse ore, con Hamas che ha accusato Israele di non rispettare i termini dell’accordo raggiunto mercoledì sotto l’egida del Qatar, con il sostegno di Stati Uniti ed Egitto.

Allo stesso tempo, centinaia di camion che trasportavano aiuti umanitari hanno continuato ad entrare nella Striscia di Gaza, assediata e devastata da sette settimane di intensi bombardamenti israeliani come rappresaglia al sanguinoso attacco del movimento islamista palestinese contro Israele del 7 ottobre.

Venerdì e sabato, Hamas ha consegnato al Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) un totale di 41 ostaggi israeliani e stranieri detenuti a Gaza, mentre Israele ha rilasciato 78 prigionieri palestinesi.

L’accordo prevede lo scambio di 50 ostaggi di Hamas con 150 prigionieri palestinesi nei quattro giorni di tregua, che potrebbe essere estesa.

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Un bambino che era tra gli ostaggi di Hamas ritrova il padre in ospedale dopo oltre un mese

AFP 25.11.2023, 14:18

“Hamas usa una tattica dilatatoria”

Il governo israeliano ha dichiarato di essere in possesso di una lista dei rapiti che saranno rilasciati domenica, ma non ha rivelato le loro identità, i numeri e i tempi previsti. Il portavoce dell’esercito israeliano Doron Spielman ha parlato di una “tattica dilatoria” da parte di Hamas come parte della sua “guerra psicologica”, a seguito del ritardo nel rilascio di 17 ostaggi sabato sera.

Le brigate Ezzedine al-Qassam, l’ala armata del movimento islamista, hanno diffuso un video che mostra i 13 israeliani e i quattro thailandesi che salgono sui fuoristrada del CICR poco prima di mezzanotte. Una giovane donna, con la caviglia fasciata e che cammina con le stampelle, è stata adagiata su una barella.

Tutti sono arrivati in Israele poco dopo, via Egitto.

Tra gli ex ostaggi c’è Maya Regev, 21 anni, rapita con il fratello 18enne mentre cercavano di fuggire dal festival musicale Tribe of Nova, attaccato dai combattenti di Hamas all’alba del 7 ottobre. Un video pubblicato sui social network mostra la giovane donna e suo fratello legati nel retro di un pick-up.

Un totale di 364 persone sono state uccise da Hamas nell’attacco di Tribe of Nova, che è diventato uno dei simboli del massacro del 7 ottobre che ha traumatizzato Israele. Maya Regev è la prima dei partecipanti rapiti durante questo festival ad essere rilasciata.

A Tel Aviv, decine di migliaia di manifestanti si sono riuniti in piazza degli ostaggi sabato sera. uno striscione recitava “Portateli via dall’inferno”.

Hamas: “Quasi 15’000 morti nella Striscia di Gaza”

L’esercito ha stimato in 240 il numero totale di ostaggi presi da Hamas il 7 ottobre. Secondo le autorità israeliane, 1’200 persone, per lo più civili, sono state uccise nell’attacco.

Come rappresaglia, Israele ha promesso di “eliminare” Hamas, classificata come organizzazione terroristica da Stati Uniti, Unione Europea e Israele, bombardando senza sosta il territorio palestinese e lanciando un’offensiva di terra il 27 ottobre fino al raggiungimento di una tregua.

Secondo il governo di Hamas, nella Striscia di Gaza quasi 15’000 persone, di cui oltre 6’000 sotto i 18 anni, sono state uccise dagli attacchi israeliani.

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Il video di propaganda della consegna degli ostaggi alla Croce Rossa da parte di Hamas

RSI Info 25.11.2023, 08:54

Festeggiamenti nella Cisgiordania occupata

Nella tarda serata di sabato, Israele ha annunciato di aver rilasciato un secondo gruppo di 39 prigionieri palestinesi, tutti donne e giovani sotto i 19 anni, come il giorno precedente.

Nella Cisgiordania occupata, convogli di auto con bandiere dei vari movimenti palestinesi, guidati da Hamas, hanno sfilato per le strade, scortando un autobus del CICR che trasportava i prigionieri rilasciati. A Gerusalemme Est, occupata e annessa da Israele, i festeggiamenti sono stati più discreti.

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Israa Jaabis, prigioniera palestinese rilasciata da Israele

  • Keystone

“La guerra non è finita”

Il capo di stato maggiore dell’esercito israeliano, il generale Herzi Halevi, ha avvertito che la guerra non è finita. “Ricominceremo ad attaccare Gaza non appena la tregua sarà finita”, ha promesso.

L’accordo di tregua prevede anche l’ingresso di aiuti umanitari e carburante a Gaza, dove Israele ha imposto un assedio totale dal 9 ottobre. Questi carichi, che richiedono il via libera israeliano per entrare dall’Egitto, sono arrivati molto lentamente nelle ultime settimane.

Sabato sono entrati nella Striscia di Gaza un totale di 248 camion carichi di aiuti, 61 dei quali hanno consegnato acqua, cibo e forniture mediche al nord del territorio, secondo le Nazioni Unite.

Secondo le Nazioni Unite, più della metà delle case del Paese sono state danneggiate o distrutte e 1,7 milioni di persone su una popolazione totale di 2,4 milioni sono state sfollate.

Anche otto palestinesi sono stati uccisi in 24 ore in diversi incidenti con l’esercito israeliano nella Cisgiordania occupata, secondo il Ministero della Sanità palestinese.

Gli ospedali del sud della Striscia di Gaza hanno continuato a ricevere sabato un gran numero di feriti evacuati dal nord. Ma secondo Ashraf al-Qidreh, portavoce del ministero della Sanità di Hamas, “non hanno più la capacità o le attrezzature” per far fronte all’afflusso.

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