I manifestanti pro-democrazia hanno incendiato lunedì l'ingresso del campus in cui sono asserragliati per impedire un intervento della polizia, che ha apparentemente provato ad accedere alla struttura situata sulla penisola di Kowloon ma è stata respinta. Si sono sentite diverse esplosioni. Gli occupanti sono stati invitati ad uscire e consegnarsi, ma quando hanno tentato di farsi strada verso l'esterno sono stati accolti con gas lacrimogeni e sono tornati indietro. Se arrestati, rischiano fino a 10 anni di carcere per sommossa.
NOT 06.00 del 18.11.2019 Hong Kong
keystone 18.11.2019, 07:37
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Le forze dell'ordine assediano il Politecnico, decise a catturare il maggior numero possibile di contestatori. Nelle vicinanze hanno compiuto decine di arresti e hanno avvertito di essere pronte a sparare proiettili veri (cosa avvenuta finora solo in alcuni episodi isolati) se prese di mira con "armi letali". Questo dopo che un agente è stato ferito da una freccia. Con la violenza, cresce anche la preoccupazione per un possibile intervento cinese nell'ex colonia britannica: Pechino ha già più volte ripetuto di non tollerare la dissidenza. Il campus si trova vicino all'ingresso del Cross Harbour Tunnel, uno dei tre che servono l'isola, che è bloccato da martedì.
Intanto, l'Alta Corte di Hong Kong ha dichiarato l'incostituzionalità del divieto dell'uso delle maschere per coprire il volto, introdotto lo scorso mese dalla governatrice Carrie Lam facendo leva sulla legislazione di emergenza, una norma che aveva suscitato polemiche.
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