Il Governo di Hong Kong ha ritirato formalmente mercoledì la contestata proposta di legge sulle estradizioni in Cina, all’origine del caos nel Paese delle scorse settimane.
La controversa normativa è stata la causa delle proteste partite a giugno e trasformatesi poi in manifestazioni antigovernative e prodemocrazia per la richiesta di riforme, tra cui il suffragio universale.
RG 12.30 del 23.10.2019 La corrispondenza di Gabriele Battaglia
RSI Info 23.10.2019, 15:08
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La revoca, preannunciata a durante il mese di settembre, a sei mesi dalla prima lettura da parte del Parlamento e a otto mesi dall'annuncio del progetto, è avvenuta a pochi giorni dalla ripresa dei lavori dell'assemblea.
Nel frattempo, Pechino sta lavorando a un piano per sostituire la governatrice Carrie Lam con un leader ad interim. Se il presidente cinese Xi Jinping decidesse di procedere, Lam potrebbe essere sostituita entro marzo e il suo successore resterebbe in carica fino alla scadenza del suo mandato, ovvero il 2022.
Fra i papabili subentranti di Lam ci sarebbero Norman Chan, l'ex numero uno della Hong Kong Monetary Authority, e Henry Tang, il figlio di un magnate del settore del tessile che è stato anche il segretario finanziario dell’ex colonia britannica. Accanto a loro anche Paul Chan e Bernard Chan ritenuti però troppo vicini all'attuale amministrazione.
Questa ipotesi è stata smentita dal ministero degli Esteri. "Si tratta di rumor politici", ha commentato la portavoce Hua Chunying, nel corso di una conferenza stampa.