Per la seconda volta in poco più di un anno, i cileni hanno rifiutato, ieri, domenica, alle urne l’adozione di una nuova Costituzione. Il no al referendum ha vinto con oltre il 55% (55,75% per l’esattezza) delle preferenze. Il Cile mantiene dunque in vigore la Costituzione elaborata nel corso della dittatura militare di Augusto Pinochet.
Dopo il fallito referendum di settembre 2022 - quando la popolazione aveva rifiutato con il 61,9% dei voti la proposta elaborata dalla Convenzione costituzionale a maggioranza progressista - i cileni hanno decretato anche il fallimento anche della proposta di Carta elaborata dal Consiglio costituzionale a maggioranza di destra.
Il voto chiude un turbolento periodo della storia cilena recente lungo 1’500 giorni e - come già annunciato da tutte le forze politiche del Paese - non ci sarà un nuovo processo costituente. Il comitato per il sì ha riconosciuto immediatamente la sconfitta. Quando lo scrutinio non aveva ancora raggiunto un terzo delle sezioni, il senatore dell’Unione democratica indipendente (UDI), Javier Macaya, in una breve dichiarazione ha affermato che “i cileni sono stanchi del dibattito sul processo costituzionale. Discorso chiuso. Tutti vogliono superare questa fase e dedicarsi alle necessità della popolazione”.
Notiziario 06.00 del 18.12.2023 La corrispondenza di Maria Zuppello
RSI Info 18.12.2023, 06:09
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