"Chiusure e nazionalismi - la storia lo insegna - portano a conseguenze disastrose". Lo ha detto il Papa domenica, nella penultima giornata del suo viaggio a Cipro e in Grecia, tra i rifugiati fermi nell'isola greca di Lesbo, da lui già visitata il 16 aprile 2016. "È un'illusione - ha continuato - pensare che basti salvaguardare se stessi, difendendosi dai più deboli che bussano alla porta. Il futuro ci metterà ancora più a contatto gli uni con gli altri. Per volgerlo al bene non servono azioni unilaterali, ma politiche di ampio respiro", ha detto il Pontefice nel "Reception and Identification Centre" in località Mavrovouni, l'area attrezzata per l'accoglienza dei rifugiati a Mytilene, capoluogo dell'isola. Sostituisce il centro di accoglienza e identificazione di Mória, meglio conosciuto come Mória Refugee Camp, o semplicemente "Mória", che è stato il più grande campo profughi d'Europa fino al settembre 2020, quando è stato distrutto da un incendio.
La storia "lo insegna ma non lo abbiamo ancora imparato. Non si voltino le spalle alla realtà, finisca il continuo rimbalzo di responsabilità, non si deleghi sempre ad altri la questione migratoria, come se a nessuno importasse e fosse solo un inutile peso", ha continuato Francesco. La migrazione "è un problema del mondo, una crisi umanitaria che riguarda tutti", ha detto.
"La pandemia ci ha colpiti globalmente, ci ha fatti sentire tutti sulla stessa barca, ci ha fatto provare che cosa significa avere le stesse paure - ha proseguito il Pontefice -. Abbiamo capito che le grandi questioni vanno affrontate insieme, perché al mondo d'oggi le soluzioni frammentate sono inadeguate".
"Ma mentre si stanno faticosamente portando avanti le vaccinazioni a livello planetario e qualcosa, pur tra molti ritardi e incertezze, sembra muoversi nella lotta ai cambiamenti climatici, tutto sembra latitare terribilmente per quanto riguarda le migrazioni", ha osservato. "Eppure ci sono in gioco persone, vite umane!".
"C'è in gioco il futuro di tutti, che sarà sereno solo se sarà integrato - ha aggiunto Francesco -. Solo se riconciliato con i più deboli l'avvenire sarà prospero. Perché quando i poveri vengono respinti si respinge la pace".
RG 12.30 del 02.12.21 Il servizio di Elena Kaniadakis
RSI Info 02.12.2021, 13:18
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