Nelle ultime 24 ore, aviazione e contraerea russa hanno abbattuto alcuni caccia ucraini, due elicotteri e sei apparecchi aerei senza pilota, secondo quanto comunicato dal Ministero della difesa di Mosca. Gli ultimi citati sono di particolare interesse, perché se la resistenza ucraina di fronte all'invasione russa ha sorpreso molti osservatori e probabilmente pure il Cremlino stesso è (anche) grazie ai droni.
Un'arma si è infatti rivelata particolarmente efficace contro i convogli nemici e spiega in parte la lentezza dell'avanzata. Si tratta del Bayraktar TB2, un apparecchio aereo senza pilota di fabbricazione turca che negli ultimi anni si è fatto un nome a livello internazionale e in più di un'occasione proprio contro sistemi di difesa antiaerea russi che apparentemente faticano ad individuarlo e abbatterlo. Nel confronto fra Davide e Golia, è la fionda, ha scritto una testata europea, e i suoi successi sono stati ampiamente pubblicizzati dall'Ucraina anche sui social media, contribuendo a rafforzare il morale delle truppe. Persino un lemure venuto al mondo nello zoo di Kiev è stato chiamato Bayraktar, ha reso noto su Twitter il sindaco Vitali Klitschko.
Kiev voleva fabbricarli in Ucraina
L'Ucraina disponeva già di una ventina di apparecchi e aveva firmato un accordo per realizzare una linea di produzione in patria, che però non ha fatto in tempo ad essere avviata. Nei giorni scorsi Kiev, a conflitto già in corso, ha annunciato di aver ricevuto una nuova fornitura. "Acquistati alla società privata che li produce", la Baykar, ha subito precisato Ankara, che diplomaticamente si muove sempre in un equilibrio precario fra la NATO a cui appartiene da una parte, l'Ucraina e la Russia dall'altra: con entrambe ha un confine marittimo e nutre buoni rapporti che non vuole incrinare.
Leggero e a buon mercato
Ma quali sono le caratteristiche del Bayraktar TB2? Lungo 6 metri e mezzo e con un'apertura alare di 12, pesa circa 6 quintali ed è dunque molto più leggero dei concorrenti statunitensi, israeliani e cinesi. E soprattutto è molto più a buon mercato e quindi anche più sacrificabile: il suo prezzo è al di sotto dei 10 milioni di dollari. A titolo di paragone, basti pensare che la Svizzera spende oltre 250 milioni per assicurarsi 6 Hermes 900 israeliani (che sono apparecchi da ricognizione e sorveglianza). Può portare fino a quattro missili, efficaci anche contro mezzi corazzati, e restare in volo fino a 24 ore ad alcune migliaia di metri di quota, nell'attesa di un bersaglio. Il Bayraktar è "il Kalashnikov del 21mo secolo", semplice, ma affidabile ed efficace, secondo un rappresentante di un concorrente occidentale, citato anonimamente dall'AFP.
Come detto, si è dimostrato efficace nel rallentare anche un esercito forte e preparato come quello russo. La cosa ha sorpreso diversi esperti di strategia come Scott Boston del think tank Rand Corporation, che hanno puntato il dito contro l'insufficiente organizzazione logistica dell'invasione ma anche contro l'incapacità russa di eliminare completamente l'aviazione e la contraerea ucraine con gli attacchi iniziali sugli aeroporti. I Bayraktar avrebbero potuto essere distrutti al suolo. Ancora oggi, la Russia non ha una totale supremazia dei cieli così da poterli eliminare. "Essere colpiti una o due volte dai droni può succedere, oltre vuol dire che c'è un problema", ha detto Boston all'AFP giovedì.
Il CEO della Baykar con il drone, già usato in diversi conflitti negli ultimi anni
Decisivo in Nagorno-Karabakh e non solo
Il Bayraktar TB2 non cambierà comunque le sorti del conflitto se esso proseguirà; gli esperti sono concordi sul fatto che la superiorità militare russa sia destinata a emergere con il passare del tempo. I droni invece erano già stati decisivi in altre circostanze. È il caso del conflitto nel Nagorno-Karabakh del 2020: gli armeni sono stati sconfitti anche perché non avevano mezzi adatti per contrastare gli attacchi aerei delle truppe azere, equipaggiate con l'apparecchio turco. I Bayraktar TB2, insieme ad altri velivoli analoghi di altra fabbricazione, hanno fatto pendere la bilancia pure a favore dell'esercito etiope contro i ribelli tigrini, che in novembre erano arrivati a minacciare Addis Abeba. Sono inoltre già stati usati in Turchia contro i curdi, in Siria sia contro l'autoproclamato Stato islamico che contro le truppe di Assad, e in Libia dalla fazione di al Sarraj contro quella di Haftar nel 2019.
Città sotto assedio
Telegiornale 05.03.2022, 21:00