"È un successo straordinario. È arrivato il momento di guardare al futuro. Questa è la decisione giusta, la decisione più saggia per l'America". Sono queste le ultime parole pronunciate dal presidente statunitense Joe Biden, sommerso dalle critiche per la caotica fuga dall'Afghanistan, martedì sera in diretta tv.
"Mi assumo tutte le responsabilità. La scelta era andare via seguendo gli accordi fatti dal mio predecessore o un'escalation militare inviando altre migliaia di soldati. E mi sono rifiutato di aprire un altro decennio di guerra. Mentre ora dobbiamo guardare al futuro e affrontare le sfide di questo secolo, come la competizione con Cina e Russia. Il mondo è cambiato".
A 24 ore dal decollo dell'ultimo aereo militare statunitense dall'aeroporto di Kabul, Biden tenta così di voltare definitivamente pagina, lasciandosi alle spalle le lacrime del suo ultimo discorso e mostrando una grinta quasi inaspettata. Come quando, puntando il dito verso la telecamera, avverte i terroristi che hanno ucciso giorni fa tredici soldati Usa: "Vi inseguiremo fino agli inferi, la pagherete".
Lo "uno straordinario successo" per l’inquilino della Casa Bianca si legge nell’aver riportato a casa almeno 4’500 americani con un ponte aereo mai visto. E promette che i circa 200 americani rimasti saranno rimpatriati se lo vorranno, per loro non c'è alcuna scadenza.
“Un disastro morale”
Biden nel suo discorso ha pure snocciolato una serie di cifre per convincere l’opinione pubblica delle sue ragioni: in vent'anni il conflitto è costato agli americani oltre 2’300 miliardi di dollari (300 milioni al giorno) e più di 2’400 morti tra militari e civili.
Parole e numeri che non placano le polemiche interne sul presidente, con i repubblicani che ne continuano a chiedere a gran voce l'impeachment o le dimissioni. Le critiche arrivano questa volta però anche da quelli che lo hanno sempre difeso, con i media liberal che lo accusano e mettono in dubbio le sue reali capacità di leadership. "Un disastro morale - sentenzia il Washington Post - attribuibile non alle azioni del personale militare e diplomatico a Kabul ma agli errori strategici e tattici di Joe Biden e della sua amministrazione".
Da parte sua Biden, crollato ai minimi della popolarità, ribadisce però che questa guerra doveva avere una fine, che non si poteva andare avanti in eterno e che l'Afghanistan non è un Paese strategico per gli USA. E pazienza se si contano migliaia di irriducibili dell'Isis-K che si aggirano per Kabul e dintorni: "Li colpiremo ovunque", ha ribadito il presidente, che ha dato ordine ai suoi comandanti "di non fermarsi davanti a nulla" mentre anche al Qaeda si congratula con i talebani per "la vittoria".
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