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Il ritorno della lotta di classe

Campagna elettorale al via in Gran Bretagna. Il conservatore Johnson: "Corbyn odia i ricchi". Il laburista: "Proteggere lavoratori e ambiente"

  • 6 novembre 2019, 14:07
  • Ieri, 20:45
00:52

GB, campagna elettorale al via

RSI Info 06.11.2019, 14:06

Di: ATS/M. Ang. 

La campagna elettorale in Gran Bretagna, in vista delle elezioni anticipate del 12 dicembre, inizia ufficialmente mercoledì, con lo scioglimento formale della Camera dei Comuni ma, in realtà, è in piena corsa da giorni. Il primo ministro Boris Johnson si è recato a Buckingham Palace per chiedere alla regina di sciogliere il Parlamento, le cui divisioni hanno finora impedito l'attuazione dell'uscita dell'UE, votata dal 52% dei britannici più di tre anni fa ma già rinviata tre volte (proprio le sconfitte parlamentari sulla Brexit hanno spinto il premier conservatore a chiedere le elezioni anticipate).

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Radiogiornale 12.30 del 06.11.2019: da Londra, Giancarlo Ciccone

RSI Info 06.11.2019, 13:37

Gli sfidanti

Il leader tory Boris Johnson e il laburista Jeremy Corbyn, nella loro sfida, dovranno tenere conto anche dei pretendenti al ruolo di terzo incomodo, i piccoli partiti che possono far deragliare i sogni dei big di ottenere la maggioranza: da Jo Swinson, giovane leader liberaldemocratica scozzese, a Nigel Farage, tribuno (non candidato) del Brexit Party, alfieri, rispettivamente del radicalismo favorevole a rimanere nell'UE (Remain) e a lasciarla (Leave). Swinson potrebbe raccogliere i voti dei conservatori moderati filo-UE e dei laburisti delusi dal ritardo del loro leader sulla questione. Il Brexit Party potrebbe drenare voti a Johnson sostenendo un taglio più netto con l'UE di quello previsto dall'accordo negoziato con gli europei.

I sondaggi e i programmi

I sondaggi mettono regolarmente i conservatori in vantaggio di una dozzina di punti, ma John Curtice, politologo e del Regno Unito, consiglia cautela. Boris Johnson, che ha svolto un ruolo decisivo per l'approvazione della Brexit nel 2016, prevede di fare campagna elettorale presentandosi come l'unico in grado di realizzarla alla data prevista del 31 gennaio 2020. Di fronte a lui, il leader laburista Jeremy Corbyn sosterrà di essere l'unico capace di ottenere da Bruxelles un accordo Brexit rispettoso dei diritti dei lavoratori, da sottoporre poi a un referendum che include anche la possibilità di rimanere nell'Unione europea.

Lo scontro e la lotta di classe

Intanto Boris Johnson ha accusato Corbyn di odiare i ricchi e l'economia di mercato e d'impersonare una svolta di estrema sinistra ai limiti dello stalinismo. Il leader laburista, dal canto suo, ha imputato a Johnson di sventolare la bandiera di "un thatcherismo agli steroidi" e di volere "sequestrare la Brexit" in chiave hard per dare poi spazio a una nuova era di "deregulation alla Trump", di corsa al ribasso sui diritti dei lavoratori e sulle tutele ambientali, di "svendita" ai privati di pezzi del sistema sanitario del Regno.

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