Mondo

"In Russia questa guerra è uno shock"

La testimonianza di Giovanni Savino, professore di storia contemporanea all'Università di Mosca: "C'è chi protesta, ma il timore è che finisca come per la Bielorussia"

  • 3 marzo 2022, 13:49
  • 20 novembre, 18:33
04:38

RG 12.30 del 03.03.22 - L'intervista di Giuseppe Limoncello a Giovanni Savino

RSI Info 03.03.2022, 13:45

  • keystone
Di: RG/eb 

A una settimana dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, in molti si chiedono quale sia la percezione tra la popolazione russa. La RSI lo ha chiesto a Giovanni Savino, professore di storia contemporanea all'Università di Mosca.

“La percezione è quella di shock. Ci sono dei sondaggi pubblicati qualche giorno fa da Vtsiom, il centro di sondaggio nazionale del Governo, che parlano di un sostegno alla guerra del 58%. Ma a mio parere i dati sono esagerati, perché la reazione è quella di shock. Nessuno si aspettava un conflitto su grande scala come quello che sta avvenendo”.

Oggi ha chiuso la radio Echo di Mosca di impronta liberale. Di quali fonti di informazioni si ha a disposizione in Russia che non siano totalmente controllate?

“L’Echo di Mosca continuerà a trasmettere su Youtube. Ma c’è un problema, perché oggi la Duma ha approvato una legge che prevede la condanna a 15 anni di carcere per chi diffonde notizie ritenute false e tendenziose. Il che può voler dire anche ‘definire l’operazione speciale’ un’operazione militare, cioè una guerra”.

Però, in questo contesto ci sono comunque state manifestazioni di protesta nelle maggiori città russe. Quale spazio c’è per un pensiero critico nell’opinione pubblica?

“Io credo che vi sia uno spazio, ed è dimostrato anche dalla quantità di fermi (circa 7'000) che sono stati fatti durante le manifestazioni. In Russia, però, si teme che possa accadere quello che è successo in Bielorussia, dove si è protestato per mesi senza però riuscire a ottenere un cambiamento politico”.

Lei è operativo in ambito accademico: quali sono le opinioni che circolano nelle università?

“Ci sono sicuramente docenti e studenti contrari allo stato delle cose. Ce ne sono altri che per varie ragioni invece si adattano. Quello che però è inquietante è che in alcune università girano circolari in cui si invitano docenti e studenti a denunciare e a segnalare quello che viene scritto dai colleghi sui social network e quello che viene detto a lezione”.

Quale impatto stanno avendo le sanzioni economiche sui cittadini russi?

“L’impatto è molto forte. Oleg Deripaska, uno dei principali oligarchi russi, sostiene che la crisi che si sta delineando sarà più grave di quella del 1998. Per fare un esempio, oggi le persone che cambiano il rublo in monete forti, quali dollaro, euro o sterlina, perdono il 30% di commissione che è stato imposto dalla Banca centrale russa per drenare risorse. Inoltre, c’è l’aumento dei prezzi e ci sono problemi anche per le produzioni nazionali. Un caso è quello del superjet della Sukhoi che è composto in stragrande maggioranza di pezzi italiani e francesi. Un altro esempio: stamattina la fabbrica della Vaz a Togliatti ha dovuto fermare la produzione perché la Bosch non fornisce più il materiale elettrico che è essenziale per le macchine. Quindi parliamo di una vera e propria catastrofe”.

Le sanzioni e le altre misure, tra cui anche le esclusioni degli atleti in ambito sportivo, non rischiano di alimentare anche un sentimento anti-Occidentale?

“Sì, per esempio la vicenda che ieri ha coinvolto lo scrittore italiano Paolo Nori, il cui corso all’Università Bicocca su Dostoevskij è stato sospeso e poi reintegrato ma a condizione di parlare anche di uno scrittore ucraino, è già iniziata a trapelare sui social network russofoni e questo aumenta sicuramente la propaganda”.

L'intervista integrale di Giuseppe Limoncello a al professor Giovanni Savino è stata trasmessa nel Radiogiornale 12.30 del 03-03.2022. Ascoltala nell'audio allegato.

Correlati

Ti potrebbe interessare