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Iran, prima condanna a morte dopo i moti

Pena capitale per aver partecipato alle manifestazioni che, dallo scorso settembre, attraversano l'Iran - Intanto l'Europa valuta l'opzione "sanzioni"

  • 13 novembre 2022, 21:04
  • 24 giugno 2023, 01:33

Dal Notiziario delle 11.00 del 12.11.22

RSI Mondo 13.11.2022, 19:03

  • Keystone
Di: AFP/ANSA/eLP

Pena capitale per aver partecipato alle manifestazioni. Questa la condanna senza appello inflitta a una persona per aver preso parte alle rivolte che scuotono l'Iran dal settembre scorso. È la prima volta che un tribunale di Teheran sentenzia così pesantemente dopo l'insorgere dei moti. Lo indica oggi, domenica, l'agenzia dell'autorità giudiziaria Mizan sul suo sito internet.

Secondo il verdetto la persona è stata giudicata colpevole "di aver appiccato un incendio a uno stabilimento governativo, d'aver disturbato l'ordine pubblico, di essersi riunito e di aver cospirato in vista di commettere un crimine contro la sicurezza nazionale, di essere un nemico di Dio e di corrompere la terra " ha precisato l'agenzia.

Sempre nella giornata di domenica, un altro tribunale della capitale ha condannato altre cinque persone a pene detentive dai 5 ai 10 anni. Anch'esse sono state ritenute colpevoli di "essersi riunite e aver cospirato in vista di commettere dei crimini contro la sicurezza nazionale e di aver disturbato l'ordine pubblico". Rispetto al precedente tuttavia, si tratta di un tribunale di prima istanza, per il quale i condannati possono dunque fare appello, precisa sempre Mizan.

Intanto, secondo l'agenzia italiana ANSA, i ministri degli esteri dell'Unione Europea si riuniranno domani anche per trattare la questione iraniana. Tra le opzioni sul tavolo, vi è anche la possibilità di un nuovo pacchetto di sanzioni relativo alla sanguinosa repressione delle manifestazioni da parte dell'autorità del Paese islamico.

L'Iran è stato scosso da un'onda di manifestazioni dopo la morte di Mahsa Amini il 16 settembre scorso, una curda iraniana di 22 anni, fermata dalla polizia per la maniera inadeguata - secondo il codice d'abbigliamento della Repubblica islamica - con cui portava il velo.

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