Martedì notte la Knesset, il Parlamento monocamerale israeliano, ha approvato in prima lettura (ne occorrono tre) due progetti di legge sulle disposizioni principali di una controversa riforma del sistema giudiziario. Questo fa temere ai suoi oppositori una deriva antidemocratica nel Paese.
Durante una votazione in notturna i deputati hanno approvato - con 63 voti contro 47 - i testi che modificano il processo di nomina dei giudici ed introducono una clausola di "deroga" che consente al Parlamento di annullare alcune decisioni della Corte Suprema a maggioranza semplice. Quest’ultima funge da Corte costituzionale, in assenza di una vera e propria costituzione.
Il progetto di riforma della giustizia era stato annunciato a inizio gennaio dall'Esecutivo, formato a dicembre dal primo ministro Benjamin Netanyahu con partiti d’estrema destra e formazioni ebraiche ultraortodosse.
Altre massicce manifestazioni nel Paese
Il testo mobilita la protesta di una parte ampia dell'opinione pubblica contro il Governo. A Tel Aviv ogni sabato sera si svolgono manifestazioni che riuniscono decine di migliaia di manifestanti - segno di una massiccia mobilitazione in tutto il Paese - che denunciano in blocco questo progetto ma anche la politica generale del Governo.
Lunedì, a Gerusalemme, decine di migliaia di persone hanno manifestato intorno al Parlamento contro il voto, prima del quale i dibattiti sono stati interrotti da deputati eletti dall'opposizione vestiti con bandiere israeliane, deputati poi temporaneamente esclusi dall’aula.
Israele, manifestazioni contro la riforma della giustizia
Telegiornale 19.02.2023, 13:30