Il sottosegretario alla Cultura italiano Vittorio Sgarbi lascia l’esecutivo. È il primo membro del governo Meloni a dimettersi. È indagato dalla procura per fatti legati all’acquisizione illecita di un dipinto.
Sgarbi è però finito nella bufera – e nel mirino dell’Antitrust – anche per partecipazioni a conferenze, inaugurazioni di mostre e la vendita di libri. L’istruttoria era stata aperta lo scorso ottobre dopo le segnalazioni arrivate dal ministero della Cultura per le possibili incompatibilità con l’incarico di governo.
Il procedimento sarebbe già stato chiuso e nei primi giorni della prossima settimana, forse lunedì, potrebbero venirne comunicate le conclusioni.
Successivamente all’avvio dell’istruttoria, l’Antitrust aveva ampliato l’indagine alla vendita dei suoi libri con dedica personalizzata sul proprio sito internet, perché - si spiegava - “potrebbero integrare gli estremi dell’attività di rilievo imprenditoriale”.
I primi dettagli dell’indagine erano stati forniti dal Fatto Quotidiano, in un articolo dello scorso ottobre nel quale si spiegava che Sgarbi aveva guadagnato “almeno 300’000 euro, solo da febbraio a oggi” per conferenze, interventi e partecipazioni televisive.
Oltre a quelle del Fatto, Sgarbi è stato oggetto di inchieste giornalistiche anche di Report, incentrate anche su una disputa attorno ad un dipinto rubato di Rutilio Manetti, per il quale è indagato per riciclaggio, e quella attorno ad alcuni quadri di grandissimo valore, e quindi che dovevano essere vincolati, della collezione Agnelli.
In un’altra indagine, Sgarbi è sospettato di aver approfittato dell’indigenza di una persona per acquistare a poco, e poi esportato, un Valentin de Boulogne che il critico afferma invece essere una copia.
Tutte “menzogne” si difende Sgarbi che minaccia un giorno sì e l’altro pure richieste di risarcimento danni milionarie ai giornalisti.

Notiziario delle 20:00 del 02.02.2024
Notiziario 02.02.2024, 20:30
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