Continua la corsa contro il tempo per le partenze da Kabul. Nelle ultime 24 ore, i voli militari hanno trasferito circa oltre 10'000 persone. Altre 5'900 sono state evacuate con 61 aerei della coalizione internazionale. Lo ha riferito la Casa Bianca. Dal 14 agosto, alla vigilia dell'ingresso dei talebani a Kabul, gli Stati Uniti hanno portato in salvo circa 37'000 persone, 42'000 in totale dalla fine di luglio. Secondo fonti della CNN, rimangono ancora circa 20'000 persone all'aeroporto di Kabul in attesa di essere evacuate.
Sembra tuttavia molto difficile, anche mantenendo questo ritmo, che Washington riesca a mettere in salvo non solo tutti i cittadini americani, ma anche le migliaia di afghani "vulnerabili", compresi giornalisti, donne ed esponenti di ONG entro la fine del mese. Per ora l'amministrazione Biden non ha replicato all'ultimatum dei talebani, limitandosi a prenderne atto: "Abbiamo sentito le loro dichiarazioni, ne siamo consapevoli, stiamo provando a rispettare la data", ha spiegato il portavoce del Pentagono John Kirby senza sbilanciarsi. Gli alleati europei premono invece affinché gli USA restino un po' più a lungo. Altrimenti il rischio è quello di abbandonare al loro destino chi resta.
Nel frattempo sale alle stelle la tensione a nord di Kabul: nella Valle del Panshir "migliaia" di combattenti anti-Talebani si sono asserragliati e sono "pronti a dare battaglia", circondati da quelli che fino a una manciata di giorni fa erano insorti e che ora invece dominano di nuovo l'Afghanistan. Ma questo fazzoletto di terra stretto tra le montagne dell'Hindu Kush resiste, come ha fatto contro i sovietici negli anni '80 e sempre contro i Talebani dopo la caduta di Kabul nel 1996.
La Valle è "assediata ma stiamo negoziando con le forze dell'Alleanza del Nord per trovare una soluzione pacifica", ha dichiarato il portavoce dei Talebani, Zabihullah Mujahid. Tuttavia si rincorrono notizie di ultimatum alle forze del Panshir e la situazione potrebbe precipitare da un momento all'altro.