Cecilia Sala, la giornalista italiana arrestata in Iran lo scorso 19 dicembre, mercoledì ha potuto fare tre telefonate: alla madre, al padre e al compagno. “Fate presto”, è stato il suo appello.
Sala ha parlato ai famigliari delle sue terribili condizioni di detenzione: la reporter - come riporta il Corriere della Sera - è rinchiusa in una piccola cella ad Evin, il carcere di Teheran, non ha un materasso e dorme per terra, al freddo, su due coperte. Le sono stati confiscati gli occhiali da vista. È in regime di isolamento completo e non vede nessuno dal 27 dicembre, giorno in cui ha incontrato l’ambasciatrice italiana. Non vede nemmeno le guardie, perché le passano il cibo - tanti datteri - da una fessura della porta.
I genitori, che hanno potuto sentire la figlia dopo giorni di isolamento, raccontano che è molto provata e che ha spesso ripetuto nel corso della telefonata: “Bisogna fare molto in fretta”.
Alla reporter, contrariamente a quanto affermato dalle autorità iraniane, non è arrivato neanche il pacco (con beni di prima necessità, sigarette e una mascherina per proteggersi dalla luce al neon che nella cella è accesa 24 ore su 24) che le è stato inviato dal Governo italiano. A Cecilia Sala è riservato lo stesso trattamento delle prigioniere politiche che affollano le celle del carcere diventato il simbolo della repressione della Repubblica islamica.
Mercoledì l’ambasciatrice a Teheran ha consegnato una richiesta formale al Governo iraniano in cui l’Italia chiede “il rilascio immediato” di Cecilia Sala. La nota contiene pure una richiesta ferma e ripetuta di chiarezza sulle condizioni di detenzione, sulla possibilità di fornire generi di conforto e sulla garanzia che questi vengano effettivamente consegnati. E giovedì il ministro degli esteri italiano, Antonio Tajani, ha comunicato su Twitter di aver convocato l’ambasciatore iraniano a Roma: “Il Governo, come dal primo giorno dell’arresto, lavora incessantemente per riportarla a casa”.
Intanto, anche l’Alta rappresentante per la politica estera UE, Kaja Kallas, ha chiesto “l’immediata liberazione della reporter italiana”. “Nessuno - ha sottolineato Kallas - dovrebbe essere trattenuto per aver fatto il proprio lavoro: il giornalismo non è un reato. Ogni giornalista deve avere la libertà di fare reportage senza paura di essere arrestato o perseguitato. Mentre il mondo affronta la crisi, il ruolo del giornalismo è più essenziale che mai”, ha aggiunto.
Cecilia Sala arrestata in Iran
Telegiornale 27.12.2024, 20:00