L'IS rivendica gli attentati

Gli attentati di matrice islamista che hanno colpito domenica lo Sri Lanka sarebbero una vendetta per l'attacco perpetrato lo scorso 15 marzo alle moschee di Christchurch, in Nuova Zelanda, in cui persero la vita 50 persone. È quanto emerge dalle parole di un ministro del Governo di Colombo. Gli esperti dell'antiterrorismo ritengono tuttavia che la natura sofisticata dell'attacco e le attrezzature utilizzate avrebbero probabilmente richiesto mesi di preparazione, compresa la formazione degli attentatori suicidi e il collaudo degli esplosivi.

Sale il numero delle vittime

Il numero di morti è nel frattempo salito a 321, tra i quali 45 minorenni e due svizzeri che gestivano un chiosco a Berna, mentre i feriti sono circa 500. La polizia ha comunicato che tra la quarantina di persone arrestate c'è anche un cittadino siriano. Si sospetta che gli attentatori possano appartenere al gruppo radicale islamico National Thowheed Jamath.

Martedì lutto nazionale

Le autorità hanno proclamato per martedì una giornata di lutto nazionale: negozi, scuole e uffici restano ancora chiusi. Sono stati inoltre osservati tre minuti di silenzio alle 08.30 locali, l'orario del primo attacco pasquale. Alcune cerimonie funebri sono state organizzate nella chiese di Sant'Antonio a Colombo e di San Sebastiano a Negombo, due dei tre luoghi di culto presi di mira dagli attentatori. Molte ambasciate, tra cui quella cinese, sconsigliano fortemente il viaggio in sull'isola (quella svizzera invita a molta prudenza).

L'IS rivendica gli attentati

L'IS ha rivendicato gli attacchi, senza tuttavia fornire alcuna prova del suo coinvolgimento diretto. Lo riferisce il Site, sito internet che monitora le attività online degli estremisti islamici.