In Iran le autorità stanno tornando a monitorare l'uso del velo islamico da parte delle donne nelle auto. È quanto segnalano i media locali oggi, lunedì, dopo più di 100 giorni dalla morte di Mahsa Amini. L'uccisione della 22enne, che era stata arrestata in settembre per non aver indossato convenientemente l'hijab, ha innescato proteste e disordini in tutto il Paese.
"La polizia ha dato avvio alla nuova fase del programma Nazer-1", ha dichiarato un alto funzionario di polizia all'agenzia di stampa Fars. Il termine Nazer, in persiano, significa sorveglianza. Tale programma, lanciato dalla polizia nel 2020, si basa sull'invio di SMS a chi trasgredisce le disposizioni sul velo.
"L'assenza del velo è stata osservata nella vostra auto. È necessario rispettare le norme speciali e non ripetere questo atto" si legge in questi messaggi. In una versione precedente, poi rimossa, si precisava che alla ripetizione dell'atto avrebbero fatto seguito "conseguenze legali e giudiziarie".
Sull'onda delle proteste per la morte di Mahsa Amini, la polizia aveva interrotto gli arresti delle donne che camminavano per strada a capo scoperto. A inizio dicembre era stata quindi annunciata la chiusura delle pattuglie della buoncostume. L'annuncio, in assenza di una chiara comunicazione da parte del ministero degli interni, è stato tuttavia accolto con diffidenza dagli attivisti.
SEIDISERA del 26.12.2022 - L'intervista a Nima Baheli di Paola Nurnberg
RSI Info 26.12.2022, 19:06