La Cina intende attuare la politica del Partito comunista "sulla risoluzione della questione di Taiwan, aderendo al principio della 'Unica Cina' e al Consenso del 1992". È un avvertimento diretto, quello lanciato domenica dal premier Li Keqiang che, nel suo intervento di apertura del Congresso nazionale del popolo, ha sottolineato come il Paese "adotterà misure risolute per opporsi all'indipendenza di Taiwan e promuovere la riunificazione".
A tal proposito, ha aggiunto, "dobbiamo promuovere lo sviluppo pacifico delle relazioni nello Stretto di Taiwan e lo sviluppo pacifico delle relazioni tra le parti e far progredire le relazioni e il processo di riunificazione pacifica della Cina".
A queste parole ha fatto eco la replica, moderata, del governo taiwanese, secondo cui "la Cina dovrebbe affrontare le questioni dello stretto in modo pragmatico, razionale e rispettoso".
Il rafforzamento dell'esercito
Le forze armate, ha detto Li nella parte del suo intervento dedicata settore dell'esercito, "dovrebbero addestrarsi e prepararsi in modo intensivo su tutta la linea, sviluppare una nuova guida militare strategica al combattimento".
L'apertura del Congresso nazionale del popolo, il ramo legislativo del parlamento cinese, è stata anche l'occasione per annunciare il budget della spesa militare cinese per il 2023 che viene stimata in aumento del 7,2% contro il 7,1% del 2022, pari a 1'560 miliardi di yuan.
Il PIL in crescita del 5%
La Cina stima per il 2023 un aumento del PIL "intorno al 5%". È quanto si legge nel "rapporto sul lavoro del governo", consegnato alla seduta d'apertura dei lavori. Il dato è inferiore al target di "circa il 5,5%" indicato nella stessa occasione lo scorso anno, mentre la crescita reale a fine 2022 si è attestata al 3%, ai minimi degli ultimi 50 anni, scontando la politica draconiana della 'tolleranza zero' al Covid.
Notiziario 7.00 del 05.03.2023
Notiziario 05.03.2023, 07:16