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"La Svizzera segua l’Irlanda"

Secondo l’esperto della Task Force Antoine Flahault un lockdown all’irlandese potrebbe fermare i contagi. Nel Paese in due settimane meno 60% di casi

  • 2 novembre 2020, 22:35
  • 22 novembre, 18:14
02:43

Irlanda, casi in netto crollo dopo il lockdown

Telegiornale 02.11.2020, 21:00

Di: TG-Pacella/Red. MM 

Il 21 ottobre in Irlanda entrava in vigore il semi lockdown, tra le altre cose sono state chiuse le attività non essenziali, i bar e i ristoranti per 6 settimane. Solo le scuole sono rimaste aperte. E i dati hanno dato ragione al governo. Se il 18 ottobre i casi erano oltre1’200, oggi erano 546, ben il 60% in meno in due settimane.

“L’Irlanda è un caso emblematico. È il primo paese europeo ad aver confinato la sua popolazione nuovamente in questa seconda ondata. Il confinamento è stato deciso a un livello epidemico inferiore a quello svizzero di oggi. E ora dopo due settimane vediamo che la situazione è sotto controllo dal punto di vista epidemilogico”, spiega Antoine Flahault, membro della task force Scientifica della Confederazione e direttore dall’Istituto di Sanità Globale dell’Università di Ginevra.

Un auto-confinamento volontario

Ma a dire il vero se si guardano i dati la curva dei contagi è scesa subito, due-tre giorni dopo il lockdown. Come è possibile? “Sì la curva esponenziale è stata fermata. Ed è stata fermata molto precocemente. Due o tre giorni dopo la messa in vigore del lockdown Questo perché secondo la mia ipotesi la popolazione aveva optato da alcune settimane per un auto-confinamento”, spiega ancora Flahault. “E questo è dimostrato dai dati sulla mobilità. Forse inquieti e timorosi per la situazione, gli irlandesi hanno diminuito già prima del confinamento i loro spostamenti, anticipando cosi la decisione politica.”

“Semi-confinamento inevitabile in Svizzera”

Per quanto riguarda la situazione in Svizzera Flahault è chiaro: "Credo che oggi non ci siano altre scelte al di fuori del confinamento. O su base regionale dove è necessario o a livello nazionale. Questo cosa vuol dire? Naturalmente ridurre i contatti. Forse non con un lockdown rigido come a marzo, ma piuttosto un coprifuoco o chiusure di alcune attività non necessarie come in Vallese, Giura e Ginevra. Tuttavia, senza queste misure potremmo avere un sovraccarico ancora più forte degli ospedali e sarebbe intollerabile non solo per curare il covid ma tutte le altre differenti patologie.

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