Dietro il clamore del "Chapo", del suo terzo arresto e dell’intervista concessa durante la latitanza, c’è l’orrore ordinario di un paese che non conosce pace. Decine di migliaia di famiglie in Messico non sanno più nulla di loro famigliari.
Sequestrati. Spariti. Desaparecidos. Probabilmente morti nella guerra ai narcos e tra bande di narcotrafficanti. Dal 2006 – secondo alcune stime – i morti sarebbero oltre 100’000. Gli scomparsi almeno 24’000.
Tra loro Raul, Jesus Salvador, Gustavo e Luis Armando, quattro fratelli originari di Pajacuaran, circa 500 chilometri da Città del Messico. I primi due sono spariti nel 2008. Gli altri, due anni più tardi. La loro mamma, Donna María Herrera, 66 anni, chiede giustizia.
E non ha perso la speranza di ritrovare almeno i loro corpi, per avere una tomba su cui piangere. L’ho incontrata a Washington. Il volto trafitto dal dolore, lo sguardo fermo e dignitoso di chi non si arrende. “Vengo negli Stati Uniti – mi ha detto – per parlare di questa guerra che non ha motivo. Perché questa guerra inizia qui, perché da qui provengono le armi che stanno uccidendo i nostri figli, perché qui si trovano i principali consumatori della droga in arrivo dal Messico…". "Qui – sono state le sue parole - non si immaginano la sofferenza che ci stanno provocando".
Modem del 12 gennaio 2016 L'intervista
RSI Info 12.01.2016, 10:30
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Emiliano Bos