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La retorica di Volodymyr Zelensky

Gianluca Comin, docente di strategie di comunicazione, commenta ai microfoni di RSI le abilità comunicative del premier ucraino

  • 20 marzo 2022, 08:02
  • 20 novembre, 18:27
04:12

SDS delle 18.00 del 19.03.22 - La retorica di Volodymyr Zelensky, l'intervista di Agata Galfetti a Gianluca Comin

RSI Info 19.03.2022, 20:37

  • Keystone
Di: FaDa/SEIDISERA 

Dallo scoppio del conflitto, il volto di Volodymyr Zelensky appare spesso sugli schermi di tutto il mondo. Il presidente ucraino si è rivolto direttamente al Congresso statunitense, al Bundestag, al Parlmento britannico, e oggi - sabato - si è collegato in diretta con Berna, dove era in corso una manifestazione contro la guerra con il presidente della Confederazione Ignazio Cassis. Ogni volta, il suo messaggio è diverso a seconda del Paese e degli interlocutori che ha davanti.

Gianluca Comin, professore di strategie di comunicazione all'Università Luiss di Roma e titolare di un'azienda che si occupa proprio di consulenze comunicative, ha analizzato ai microfoni della RSI le abilità comunicative del leader ucraino.

Comin spiega che una delle chiavi dell'efficacia comunicativa del premier risiede nella personalizzazione del messaggio. Zelensky, infatti, adegua il proprio discorso al sentimento delle persone, cercando di costruire un legame guardando negli occhi lo spettatore. "Si rivolge direttamente alle persone e alle autorità", spiega il professore, ricordando il passato da uomo dello spettacolo del premier.

Un attore e non un politico che, ricorda Comin, all'inizio della sua nomina era stato criticato, ma che sta attualmente utilizzando “i metodi più innovativi della comunicazione, quali i social o Telegram”. In tal senso, spiega Comin, diventa rilevante la frequenza e la regolarità con le quali il presidente pubblica contenuti dal linguaggio semplice, ma rivendicando valori forti come l'onore del Paese.

La gestione di un tale sforzo comunicativo in uno stato di guerra, sostiene ad ogni modo il professore, richiede la collaborazione di una squadra che con ogni probabilità è stata costituita già prima del conflitto armato.

La scommessa, conclude Comin, parrebbe ora quella di capire “come si intenda mantenere un livello di comunicazione così alta, poiché subentra l’effetto assuefazione e la gente smetterà di percepire questi contenuti come straordinari”.

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