Migranti venduti all'asta in Libia. Bambine costrette a prostituirsi nel sudest asiatico. Matrimoni forzati in tutti i continenti. Donne vittime di tratta di esseri umani anche in Svizzera. Sono solo alcuni dei volti della cosiddetta schiavitù moderna: nel mondo le vittime - secondo le cifre diffuse dalle Nazioni Unite in occasione della giornata mondiale per l'abolizione della schiavitù - sono oltre 40 milioni. Senza contare i 152 milioni di bambini e ragazzi costretti a lavorare. L’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) stima che il fenomeno generi proventi illeciti per 150 miliardi di dollari all’anno. Sarebbe la seconda fonte di profitto della criminalità organizzata, dopo gli stupefacenti.
Le statistiche dicono che ci sono 5,4 vittime di schiavitù ogni mille abitanti. Una persona su quattro è un bambino. Oltre 15 milioni di persone sono costrette a matrimoni combinati ai quali non possono sottrarsi. Quasi 25 milioni sono invece sottoposte a lavoro forzato: 16 milioni nel settore privato (lavori domestici, costruzioni e agricoltura), 4,8 milioni nell’industria del sesso e 4 milioni perché obbligate dalle autorità.
Ad essere maggiormente colpite dal lavoro forzato in tutto il mondo, restano le donne e le ragazze. Rappresentano il 99% delle vittime nell'industria del sesso e il 58% del fenomeno globale. E ciò anche se erano proprio loro che intendeva proteggere la Convenzione delle Nazioni Unite per la soppressione del traffico di persone e dello sfruttamento della prostituzione altrui approvata il 2 dicembre 1949.
Diem/TG