Reportage

La vita in esilio dei giornalisti russi sotto tiro

Costretti a lasciare il loro Paese dove hanno ricevuto pressioni e minacce, i reporter continuano a fare il loro lavoro all’estero: un reportage dalla Lettonia

  • 24 febbraio, 06:41
  • 24 febbraio, 06:57

Lettonia, la vita dei giornalisti russi in esilio

Telegiornale 23.02.2024, 20:00

Di: Telegiornale/RSI Info

Dal 2014 la Lettonia ha accolto diversi giornalisti critici verso il Cremlino e negli ultimi due anni – dallo scoppio della guerra in Ucraina – il loro numero è cresciuto, tanto che è sorta una struttura privata per sostenerli: si tratta di Media Hub Riga.

L’organizzazione accoglie giornalisti e famiglie proveniente dall’Ucraina, Bielorussia e Russia. S’impegna per trovare loro casa e supporta i rifugiati nell’ottenimento di un visto, necessario per poter vivere e lavorare nel paese. “Mi hanno aiutato a trasferirmi”, conferma Artëm Filatov, giornalista russo in esilio. “Mi hanno preso il biglietto aereo e mi hanno aiutato ad ottenere un visto lettone”.

La comunità allestita da Media Hub Riga non aiuta i giornalisti semplicemente nelle faccende di tutti i giorni, ma offre loro anche un sostegno psicologico. “I giornalisti che sosteniamo qui”, spiega Sabine Sille-Eglite, co-fondatrice e responsabile di Media Hub Riga ”hanno subito minacce di morte, così come i loro cari. C’è chi ha subito arresti, aggressioni, persecuzioni legali. Uno di loro è stato in prigione per 18 anni, reo di aver criticato il governo”.

Le redazioni di Media Hub Riga forniscono allora un rifugio sicuro ai giornalisti in esilio. “Qui possiamo continuare a lavorare a pieno regime, mentre in Russia ci hanno perquisito la redazione, sequestrato tutta l’attrezzatura, congelato i nostri conti”, racconta Denis Kamalyagin, giornalista russo. “A giudicare da quello che succede nel Paese, forse in Russia non tornerò mai più”.

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