Il “day after” di Barcellona dopo la dichiarazione d’indipendenza della Catalogna, proclamata venerdì dal Parlamento regionale, non ha avuto gli stessi connotati delle scene di gioia collettiva registrate la vigilia nel capoluogo catalano.
Le “esteladas” appese ai balconi ed alcuni cartelli inneggianti alla libertà di Jordi Sanchez e Jordi Cuixart, i due leader dell’associazionismo indipendentista detenuti perché accusati di sedizione, sembravano l’unica testimonianza visibile del sentimento nazionalista.
Non si è registrata nessuna manifestazione di piazza, piuttosto una sensazione di calma apparente in attesa che Madrid dia esecuzione all’art.155 della Costituzione ad inizio della prossima settimana.
Le associazioni indipendentiste hanno invitato i propri sostenitori a difendere le sedi delle istituzioni locali, un appello alla “resistenza democratica” rilanciato anche dal presidente Puigdemont attraverso un messaggio televisivo mandato in onda nel primo pomeriggio.
Sul fronte unionista, mentre le strade di Madrid si riempivano di manifestanti a sostegno dell’unità nazionale, la Società Civile Catalana, la principale associazione non indipendentista della Catalogna, ha convocato per domani una nuova manifestazione in difesa dell’unità del paese, sostenendo apertamente l’adozione dell’art.155 da parte del Governo centrale.
Quella che si apre lunedì prossimo sarà una settimana delicata, che potrebbe registrare l’arresto di Puigdemont se verrà ritenuto colpevole del reato di ribellione.
Mario Magarò