Il mondo consuma sempre più caffè, ma i produttori in tutto il mondo temono di non poter far fronte alla domanda crescente a causa dell’impatto dei cambiamenti climatici sulle loro coltivazioni.
Da sempre in testa alla classifica dei fornitori, con più di un terzo dei chicchi prodotti a livello globale, il Brasile è in prima linea in questo sforzo costante per conservare la produttività di fronte a eventi atmosferici estremi, come le forti piogge o i periodi di prolungata siccità. Nello stato di Minas Gerais si ricorre all’”agricoltura rigenerativa”, con tecniche che vengono dalle origini dell’industria del caffè e che servono per proteggere le piante e il suolo.
I grandi player del mercato non possono fare a meno di diserbanti e protettori chimici, ma crescono anche le coltivazioni 100% organiche, capaci di conquistare il palato del pubblico più esigente. Un ruolo di primo piano è riservato alle cooperative, che possono riunire fino a mille associati, riuscendo a ottimizzare i costi della logistica per le vendite internazionali.
Le principali rotte commerciali portano in Europa, negli Stati Uniti e in Asia, con la Cina a fare da protagonista per la sostenuta crescita della domanda negli ultimi anni. La cultura del caffè ha fatto parte della storia del Brasile sin dal periodo della colonia portoghese e continua a rappresentare una fetta importante delle sue esportazioni, subito dietro ai grandi numeri di carne, soia e minerali. Tra tradizione e innovazione, il caffè si reinventa continuamente per poter conquistare ogni giorno nuovi ed appassionati consumatori.