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Leopoli si stringe intorno ai suoi caduti

Le sirene continuano a suonare, anche durante i funerali di quattro ufficiali, uccisi nell’attacco aereo russo contro la base vicino al confine polacco - Il reportage

  • 15 marzo 2022, 21:14
  • 20 novembre, 18:29
03:05

Lacrime e dolore ai funerali

Telegiornale 15.03.2022, 21:00

Dagli inviati Emiliano Bos e Mattia Capezzoli

A Leopoli, nella Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, si sono svolti oggi (martedì) i funerali di quattro ufficiali ucraini rimasti uccisi nell’attacco aereo russo di domenica scorsa contro la base vicino al confine polacco. A scandire la cerimonia il suono delle sirene anti-aeree. L’obbligo di restare bloccati in chiesa prolunga il dolore.

Erano tutti istruttori militari ucraini. Il più giovane aveva 30 anni. L’esercito non dice nulla su eventuali morti tra i combattenti stranieri. "Non parliamo dei volontari della legione internazionale, perché manteniamo il segreto sulle loro posizioni. Sappiamo di certo che nessuno straniero è stato ucciso", dice Anton Myronovich, portavoce dell’esercito ucraino.

Soldati ucraini intorno alla bara di uno dei 4 ufficiali rimasti uccisi nel bombardamento di Yavoriv

Soldati ucraini intorno alla bara di uno dei 4 ufficiali rimasti uccisi nel bombardamento di Yavoriv

  • RSI (foto di Mattia Capezzoli)

Le mani di figli, mogli, mamme e papà si aggrappano a quelle 4 bare. Per i caduti sono già pronte le onorificenze. Per i famigliari si prepara l’assistenza. "In questa situazione gli ucraini stanno vivendo un lutto collettivo, provocato da queste perdite. Noi come psicologi del trauma ci occuperemo delle famiglie in modo delicato, accurato e stando vicino ai singoli componenti di ogni nucleo", spiega Ivan Vasiljevic, del Centro di psicologia della sicurezza, ex-colonnello .

L’allarme finisce, ma fuori dalla chiesa proseguono dolore e angoscia per una guerra che porterà altri lutti. Tutte le famiglie, non solo quelle delle vittime, ne sono toccate. "È terribile: la gente sta morendo senza motivo e stanno succedendo cose assurde. Però non abbiamo paura. Anche mio figlio partecipa come volontario. Non mi dice dove sia stato arruolato, se nelle Difese territoriali o nell’esercito regolare. Mi scrive solo che va tutto bene", dice una signora presente ai funerali.

Al cimitero gli onori militari, il drappo giallo-azzurro che avvolge, ma non attenua il distacco. Incontriamo la signora Tetiana. È sfollata da Chernòbyl, era venuta qui solo in visita. Non sapeva del funerale di questi soldati. E adesso prega per loro. "I miei nipoti sono rimasti a combattere vicino a Kiev. Chiedo a Dio di accogliere questi caduti nel regno dei cieli. E gli chiedo di dare a noi la forza di sopravvivere e di farci tornare nelle nostre case", dice Tetiana Stepanenko.

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