La guerra vista dalla Russia. Sappiamo che con l'inizio dell'invasione, in Russia, Putin ha fatto calare una cappa di censura che impedisce finanche di parlare di guerra. La stampa indipendente è scomparsa e chi manifesta viene arrestato. Sappiamo anche che gran parte della popolazione è all'oscuro di quanto stia avvenendo realmente in Ucraina, al di là di una fantomatica "operazione militare speciale". Ma dopo quasi 3 settimane, non far trapelare nulla diventa sempre più difficile, anche perché sarebbe stato ingenuo pensare che dopo 18 giorni e con 150’000 uomini al fronte, nessuno si sarebbe accorto di nulla. E i soldati hanno parenti e genitori, coi quali cercano di entrare in contatto e che sono preoccupati per loro.
Sui social, su Telegram e Youtube in particolare, iniziano ad apparire video di denuncia. Uno vede protagoniste delle madri di soldati di leva nel corso di un incontro a cui partecipa il governatore del Kuzbass Sergei Tsiviliev
“Avete imbrogliato tutti – grida la madre di un soldato– Avete imbrogliato tutti. Erano Esercitazioni”. A fatica il governatore risponde: “Nessuno ha imbrogliato”. "No" risponde la madre, mentre un'altra filma la scena "Erano esercitazioni. Invece sono andati come carne da cannone. Perché i nostri ragazzi sono stati mandati là? Non sono preparati. Ma guardate quei ragazzi: hanno 20 anni!”
A fare infuriare è soprattutto il fatto che, sembra per un errore, al fronte sono stati mandate anche giovani reclute. Lo hanno ammesso gli alti comandi delle Forze armate federali, e Putin avrebbe fatto aprire un’inchiesta, dopo che la senatrice Ljudmila Narusova ha denunciato che ad alcuni giovani era stato fatto firmare un contratto di ferma. “In una compagnia di 100 soldati ne sono rimasti vivi 4” dice la senatrice mentre i colleghi del Consiglio della Federazione tentano di zittirla.
A far trapelare le informazioni verso la Russia, sono poi gli stessi ucraini, che hanno realizzato un sito Internet ed un canale pieni di foto dei soldati russi caduti o prigionieri, con tanto di documenti e persino dei video.
“Mi chiamo Salaj Vasilij Afanasevic" dice ad esempio un giovane in uno di qeusti video. "Sono nato l’11 novembre 2001. Vivo nella città di Budionnovsk. Il 27 febbraio abbiamo ricevuto l’ordine di rimanere a difesa della frontiera con l’Ucraina. Poi ce l’hanno fatta superare. Poi ci hanno detto che non si poteva più tornare indietro e che i nostri ci avrebbero potuto fucilare. Così siamo andati avanti. E ho visto la guerra. Ci sono state molte perdite tra i civili e i soldati della Federazione russa”.