A due settimane dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, lo scambio di informazioni da e verso la Russia diventa sempre più complicato. Dopo l’introduzione della legge che di fatto impedisce ai giornalisti che si trovano in Russia di parlare della guerra in Ucraina in termini diversi dalla narrazione ufficiale (pena il carcere), la stretta del Cremlino colpisce anche la rete. E secondo alcune ipotesi, starebbe lavorando per sconnettersi dalla rete globale.
La censura dei social network
Nei giorni scorsi, l’ente federale russo che controlla la comunicazione di massa, il Roskomnadzor, ha deciso di oscurare Facebook. Sebbene il social network non sia tra i più utilizzati in Russia, questa mossa fa temere altre censure che potrebbero restringere ulteriormente l’accesso a informazioni sulla guerra in Ucraina da parte della popolazione.
Instagram e Whatsapp, le altre due applicazioni possedute dalla californiana Meta, non sono state interessante dal blocco, ma sono già oggetto di restrizioni, così come Twitter. TikTok invece ha deciso di bloccare di sua iniziativa la condivisione di nuovi contenuti dalla Russia.
I giornalisti internazionali lasciano la Russia
Telegiornale 05.03.2022, 21:00
Diverso il caso di Telegram, social network più difficile da controllare. Fondato dai fratelli russi Nikolai e Pavel Durov, è stato inizialmente bandito nel 2018 in Russia per non aver collaborato coi servizi segreti di Mosca, ma nel 2020 è stato riabilitato e attualmente è il luogo dove passano ancora molte informazioni diverse dalla propaganda del Cremlino.
Siti di informazione oscurati
Il regolatore di Mosca, intanto, ha oscurato anche alcuni siti di informazione stranieri, tra cui quello della BBC e quello di Radio Free Europe/Radio Liberty. L'emittente pubblica britannica ha risposto fornendo istruzioni ai cittadini russi per aggirare la censura utilizzando degli escamotage (collegamenti tramite l'app Psiphone e il browser Tor). Per eludere le restrizioni imposte dalle autorità, i cittadini russi possono in alcuni casi ricorrere all'utilizzo delle reti virtuali private (VPN), ma non si tratta di soluzioni che sono sempre alla portata di tutti.
L'ipotesi di una rete chiusa
Uno dei timori è che la Russia possa isolarsi sempre di più recidendo le interconnessioni con la rete globale, sul modello di quanto avviene in parte in Cina con il cosiddetto "Great Firewall" (la "grande muraglia" che filtra la rete). Come spiega Luca Zorloni, web editor di Wired Italia, la Russia sta già lavorando a un modello di questo tipo: "Nel 2019 il presidente Vladimir Putin ha firmato una riforma per sviluppare RuNet, ovvero un progetto per isolare o comunque controllare meglio l'accesso alle risorse di rete esterne, creando una rete con meno punti di accesso", osserva.
Russia e isolamento digitale: l'intervista integrale a Luca Zorloni, web editor di Wired Italia
RSI Info 08.03.2022, 18:29
RuNet è una sorta di "intranet", ossia una rete interna attivabile in caso di necessità, ad esempio in caso di isolamento volontario o provocato dai provider esterni. "La Russia si sta ispirando al progetto cinese, con la differenza che la Cina lo porta avanti da molti anni, quindi è uno strumento più rodato, ma soprattutto può contare su un florido ecosistema di aziende tecnologiche che invece la Russia non ha", aggiunge Zorloni.
"Uno scenario possibile"
Mosca in altre parole non sarebbe tanto preparata quanto la Cina. Ma da quando è scoppiata la guerra, i segnali di distacco con l'Occidente aumentano. Nei giorni scorsi, il provider americano Cogent communication, che è anche il secondo più importante fornitore di internet in Russia, ha deciso di interrompere i suoi servizi nel Paese in risposta all'invasione dell'Ucraina, come ricorda Angelo Consoli, responsabile dell'area cybersecurity della SUPSI.
L'ipotesi di un isolamento digitale della Russia è realmente immaginabile? "Potrebbe non essere uno scenario così remoto o di così difficile attuazione, almeno in termini tecnici", afferma Consoli, ricordando che la Russia, appunto, ha già sviluppato la sua rete interna (RuNet) e l'ha già testata. Un eventuale scollegamento dalla rete globale "da un punto di vista tecnico è possibile, ed è un’operazione che può essere attivata in poche ore", spiega l'esperto di cybersicurezza.
Se così fosse, non ci sarebbe pressoché alcun modo di "bucare" questo muro virtuale. Il che potrebbe voler dire, da fuori, non riuscire più a sapere cosa accade dentro il Paese, e, dall'interno, non riuscire più a sapere quello che accade fuori.