Un giovane soldato russo catturato dall’esercito ucraino piange mentre parla al telefono con la madre: la scena è stata ripresa con un telefonino e il video condiviso su YouTube è stato visualizzato migliaia di volte. Sono decine le scene come questa che stanno circolando sui social network, rilanciate da utenti ucraini e talvolta sottotitolate in inglese affinché possano fare più facilmente il giro del mondo.
Si tratta di video la cui autenticità in molti casi è difficile da verificare, così come non è chiaro se la loro diffusione abbia avuto un’autorizzazione ufficiale. Ma nei giorni scorsi le stesse autorità ucraine hanno direttamente esposto i prigionieri russi facendoli sedere di fronte ai giornalisti durante una conferenza stampa organizzata a Kiev.
Una pratica che solleva molte domande sul rispetto del diritto internazionale umanitario. La terza Convenzione di Ginevra sulla protezione dei prigionieri di guerra, infatti, prevede che i soldati catturati, oltre a essere trattati con umanità, debbano essere protetti dalla pubblica curiosità. Una norma che difficilmente si concilia con la diffusione di video in cui i soldati tra l'altro sono facilmente identificabili.
E non si tratterebbe dell’unica violazione dei Trattati internazionali in queste due settimane di guerra. Le Convenzioni di Ginevra, che prevedono che chi si trova in balia di una delle parti in conflitto ha sempre il diritto al rispetto della sua vita e della sua incolumità fisica e psichica, vietano anche di attaccare persone o oggetti civili, nonché ospedali.