L'ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha ufficializzato la sua candidatura alle elezioni di ottobre, invitando i brasiliani a unirsi a lui per difendere la democrazia contro la deriva autoritaria di Jair Bolsonaro. E 12 anni dopo aver lasciato il potere con consensi altissimi (87%), il leader del Partito dei Lavoratori cerca un terzo mandato.
Senza mai citare il nome dell'attuale capo dello Stato, proveniente dall'estrema destra, Lula ha detto ai suoi sostenitori, riuniti a San Paolo, che il suo rivale ha dimostrato di non essere adatto a guidare il Paese e che ricorre costantemente alle bugie per cercare di coprire la sua incompetenza. "La gravità del momento che il Paese sta attraversando ci obbliga a superare le nostre differenze e costruire un percorso alternativo all'incompetenza e all'autoritarismo che ci governano", ha detto, promettendo di unire "tutti i democratici" per "ricostruire" il Paese dopo quattro anni di gestione "irresponsabile e criminale".
"Vogliamo unire i democratici di ogni origine, colore politico, ceto sociale e credo religioso", ha detto il 76enne leader della sinistra. "Dobbiamo costruire un movimento sempre più ampio di tutti i partiti, organizzazioni e persone di buona volontà" per "sconfiggere la minaccia totalitaria, l'odio, la violenza e la discriminazione che grava" sul Brasile.
Secondo gli ultimi sondaggi, Lula, 76 anni, ha ancora un chiaro su Bolsonaro nelle intenzioni di voto, anche se l'attuale capo dello Stato lo ha ridotto un po' impegnandosi in grandi spese sociali.
Lula, che conta su un'alleanza di sette partiti di sinistra e di centro, ha scelto come compagno di corsa l'ex governatore di San Paolo, Geraldo Alckmin, un centrista che potrebbe rassicurare gli elettori delusi da Bolsonaro che però non sosterrebbero una politica troppo sbilanciata a sinistra.
La candidatura di Lula segna un ritorno dell'ex "presidente operaio" su cui in molti non avevano scommesso, dopo il suo arresto per corruzione appena due anni e mezzo fa. Poi però la Corte Suprema ha ribaltato le sue condanne nel 2021.