Bar, ristoranti e altri locali pubblici, secondo un recente studio approvato dal comitato scientifico che affianca Downing Street nella gestione della pandemia da coronavirus, sono responsabili di almeno il 30% dei contagi di settembre. Dopo i tre mesi di lockdown in primavera, i pub britannici avevano riaperto il 7 luglio. Un’estate di speranza, interrotta dalle nuove norme appena varate dall'esecutivo.
Ogni giorno nel Regno Unito si bevono in media 22 milioni di pinte di birra, ma la chiusura anticipata alle 22, imposta di recente dal premier Boris Johnson, sta già costando ai pub circa 60 milioni di franchi, di mancato guadagno. Una crisi che – senza nuovi sussidi statali – potrebbe portare ad una riduzione dell’intero settore di un terzo, con perdite per oltre gli 8 miliardi di franchi.
A rischio c'è la sopravvivenza di circa 12'000 pub. L’impatto sarebbe catastrofico a livello economico ed occupazionale: la cancellazione di circa 300'000 posti di lavoro. Ma non solo: i pub sono il battito cardiaco di molte comunità sull’isola, il cuore pulsante della vita sociale.
UK, chiusi i pub
Telegiornale 16.10.2020, 22:00