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Ma Trump è un no-global?

"Direi proprio di no", sostiene il professore Vittorio Agnoletto. "Vuole solo rifondare, tramite dei bilaterali, la preminenza degli USA"

  • 15 giugno 2018, 21:30
  • 23 novembre, 01:09
02:28

RG 18.30 del 15.06.2018: l'intervista di Gino Ceschina a Vittorio Agnoletto

RSI Info 15.06.2018, 20:30

  • reuters/web

Una delle possibili conseguenze della guerra dei dazi, secondo alcuni osservatori, potrebbe essere una nuova crisi economica, con una riduzione del commercio mondiale.

Il che potrebbe anche essere visto come una sorta di marcia indietro rispetto alla globalizzazione. Non è però così per colui che è stato uno dei leader del movimento no-global italiano: Vittorio Agnoletto, professore di globalizzazione e salute a Milano.

"Donald Trump un no-global? Direi proprio di no. Le sue strategie nulla hanno a che vedere con quelle del movimento contro la globalizzazione liberista", afferma.

"La logica di Trump è solo quella di rompere i rapporti internazionali, basati su organizzazioni internazionali, lasciando il posto unicamente a rapporti bilaterali dove possa rifondarsi la preminenza degli Stati Uniti", aggiunge".

"Noi volevamo meno commercio, ma attraverso la costruzione di un mondo più equilibrato e più giusto sia dal punto di vista economico che da quello sociale", conclude.

RG/redMM

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