Il Trattato di Maastricht "fu una decisione coraggiosa che segnò una nuova tappa nel processo dell'integrazione europea". Parole, queste, del presidente della Banca Centrale Europea (BCE) Mario Draghi, pronunciate ieri (lunedì) all'Europarlamento, alla vigilia del 25esimo anniversario del documento, siglato il 7 febbraio 1992, che fissa regole politiche ed economiche dell'Unione.
Oggi (martedì), nel giorno dell'anniversario, l'Europa non ha tempo di festeggiare. Deve interrogarsi, per trovare al più presto il modo di arginare i venti di disgregazione, alimentati, tra l'altro, dalla stagnazione economica e dai problemi legati all'immigrazione incontrollata. Venti che stanno formando una tempesta perfetta, potenzialmente capace di cancellare un progetto che ha tenuto insieme per decenni, in pace, tanti paesi, molto diversi tra loro.
Un progetto picconato, tra l'altro, dalle pressioni e dalle speculazioni sui mercati finanziari e sulla moneta unica, oltre che dai movimenti antieuropeisti, in vista di elezioni ad alto rischio alle porte, dalla Francia all'Olanda.
Ora, non bastasse la Brexit, l'Europa deve fare i conti anche con l'amministrazione Trump, che ha fatto dell'America First sul fronte commerciale il suo cavallo di battaglia e medita di inviare a Bruxelles un ambasciatore statunitense che ha paragonato l'UE all'Unione sovietica.
ATS/ANSA/Massimiliano Angeli
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