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Macron e il processo politico per porre fine alla guerra

Il presidente francese dopo la visita in Israele e a Ramallah, dove ha incontrato anche il presidente palestinese, Mahmoud Abbas, è giunto martedì sera ad Amman, seconda tappa del suo tour regionale

  • 24 ottobre 2023, 23:51
  • 24 ottobre 2023, 23:51
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Il presidente palestinese Mahmoud Abbas e il presidente francese Emmanuel Macron a Ramallah

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Di: AFP/Red. MM 

Il presidente francese, Emmanuel Macron, è giunto martedì sera ad Amman, in Giordania, (seconda tappa del suo tour regionale dopo la visita in Israele e a Ramallah). Lo ha annunciato l’Eliseo. Secondo la presidenza francese, Macron incontrerà “probabilmente” re Abdallah II nella giornata di mercoledì e “forse altri dirigenti della regione”.

“Ispirarsi all’esperienza della Coalizione contro l’Isis” per capire cosa può essere riproposto “contro Hamas”: intervenendo oggi sulla proposta avanzata dal presidente Macron durante la sua visita in Israele, l’Eliseo ha precisato che “si tratta di trarre ispirazione dall’esperienza della Coalizione internazionale contro l’Isis e vedere quali aspetti sono riproponibili contro Hamas”. La presidenza aggiunge che la Francia “è disponibile a riflettere, con i nostri partner e con Israele, sulle piste d’azione pertinenti contro Hamas”. “Spetterà in seguito ai partner e in particolare ad Israele - ha aggiunto la fonte dell’Eliseo - esprimere i loro bisogni”. L’Eliseo ricorda anche che “la coalizione internazionale contro l’Isis non si limita ad operazioni sul terreno ma prevede anche la formazione di forze irachene, la condivisione di informazioni fra partner e la lotta contro il finanziamento del terrorismo”.

Dopo l’incontro con il premier israeliano Benjamin Netanyahu a Gerusalemme, Macron ha espresso la sua solidarietà al popolo israeliano e “l’emozione” della Francia, che ha perso 30 cittadini nell’attacco che non ha precedenti dalla creazione dello Stato di Israele nel 1948. Appena arrivato a Tel Aviv in mattinata, il Presidente francese ha incontrato le famiglie dei cittadini francesi o franco-israeliani uccisi, dispersi o tenuti in ostaggio nella Striscia di Gaza. Ha chiesto “un rilancio del processo politico con i palestinesi” e ha incontrato il presidente palestinese Mahmoud Abbas a Ramallah, nella Cisgiordania occupata.

Dopo l’incontro, Macron ha dichiarato che l’attacco di Hamas è stato “una catastrofe anche per i palestinesi” e che “nulla può giustificare la sofferenza” dei civili di Gaza. Il presidente palestinese ha esortato il suo omologo francese a lavorare per “fermare l’aggressione” a Gaza. Macron è il primo leader occidentale a visitare la sede dell’Autorità Palestinese dall’inizio della guerra del 7 ottobre tra Israele e Hamas.

Macron, esprimendosi al fianco del presidente dell’Autorità palestinese, ha affermato che “il futuro” dei palestinesi passa attraverso una lotta “senza ambiguità” contro il terrorismo. Macron ha anche affermato che “non ci sarà pace duratura se non c’è il riconoscimento del diritto legittimo del popolo palestinese a disporre di un territorio e di uno Stato. E non ci sarà pace duratura se non ci sarà riconoscimento responsabile da parte del popolo palestinese e delle sue autorità di uno Stato di Israele”. “Hamas - ha detto ancora Macron - non rappresenta il popolo palestinese. La Francia mantiene il suo sostegno alla società civile e all’Autorità palestinese”.

Intanto, sempre martedì, una delle donne israeliane liberate dopo essere ostaggio di Hamas, ha dichiarato a Tel Aviv di aver “passato l’inferno” quando è stata rapita. Yocheved Lifschitz, 85 anni, ha raccontato di essere stata “portata via su una moto (...) il mio corpo da un lato e le mie gambe dall’altro”, poi “picchiata durante il tragitto”, portata in “una rete di tunnel” prima di essere “trattata bene” dai suoi rapitori nella Striscia di Gaza, con visite regolari di un medico. Il rilascio di Yocheved Lifschitz e di un’altra israeliana di 79 anni arriva tre giorni dopo quello di una donna americana e di sua figlia.

Più di 1’400 persone sono state uccise in Israele dall’attacco del 7 ottobre e circa 220 ostaggi israeliani, stranieri o con doppia nazionalità sono nelle mani di Hamas, che controlla la Striscia di Gaza e che ha annunciato un nuovo bilancio di oltre 5’791 morti, tra cui 2.360 bambini, dall’inizio della guerra.

Come preludio a una possibile incursione di terra da parte dell’esercito israeliano, negli ultimi giorni si sono intensificati gli attacchi sul territorio di 362 chilometri quadrati dove vivono 2,4 milioni di palestinesi. Nella notte, il Capo di Stato Maggiore israeliano, Herzi Halevi, ha annunciato sui social di voler “smantellare completamente Hamas”.

Secondo le Nazioni Unite, gli aiuti internazionali sono arrivati a piccoli passi nella Striscia di Gaza da sabato attraverso l’Egitto, ma in quantità molto insufficienti. Alcuni dei prodotti alimentari consegnati, come riso e lenticchie, non possono essere utilizzati perché non c’è acqua per cucinarli, ha denunciato martedì l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA), che ha dichiarato di essere costretta a cessare le operazioni nella Striscia di Gaza mercoledì sera per mancanza di carburante.

Sottoposto a un blocco israeliano da quando Hamas ha preso il potere nel 2007, il territorio palestinese è sotto “assedio totale” dal 9 ottobre, quando Israele ha interrotto le forniture di acqua, elettricità e cibo.

La guerra potrebbe avere “un grave impatto sullo sviluppo economico” a livello regionale e globale, ha dichiarato il Presidente della Banca Mondiale Ajay Banga all’apertura di un importante forum di investitori a Riyad.

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