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Macron in netto vantaggio per i sondaggi

Il presidente francese uscente dato al 57,5% - Ma gli studiosi avvertono: le analisi d'opinione si sono dimostrate approssimative o errate in un caso su due

  • 24 aprile 2022, 00:02
  • 20 novembre, 16:03
06:47

Elezioni francesi, i sondaggi

Telegiornale 23.04.2022, 22:00

Di: Diem/TG/SEIDISERA 

Se le elezioni si facessero con i sondaggi d'opinione Emanuel Macron sarebbe il nuovo presidente francese da mesi. È in testa dall'inizio della campagna elettorale e, alla vigilia del secondo turno di domenica, il suo vantaggio su Marine Le Pen ha raggiunto i 15 punti percentuali: lui è dato al 57,5%, lei al 42,5%. Un divario molto consistente, tale (in teoria) da mettere al riparo da ogni sorpresa l'attuale inquilino dell'Eliseo che solo due settimane fa, stando ai sondaggi, era in forte perdita di consensi, mentre crescevano quelli della sua rivale. Tanto che alcuni istituti li davano impegnati in un serrato testa a testa.

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Ma, appunto, le elezioni non si vincono con i sondaggi che, come sottolineato ai microfoni della RSI da Alexandre Dézé, politico dell'Università di Montpellier, autore di un recente studio sul loro impatto ("10 leçons sur les sondages politiques"), "in questi ultimi 25 anni considerando tutte le elezioni si sono dimostrati approssimativi o errati in un caso su due". Da qui l'invito dello studioso a "dubitare della loro affidabilità" anche in Francia dove è nato il termine di "sondage" poi entrato in italiano e dove viene svolto un numero senza pari di rilevamenti d'opinione. Solo per le elezioni presidenziali ne sono stati svolti almeno 500.

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SEIDISERA 18.00 del 23.04.22: l'intervista al direttore generale dell'istituto Ifop Frédéric Dabi di Chiara Savi

RSI Info 23.04.2022, 22:58

  • ifop.com

In attesa di capire se e quanto saranno stati affidabili per le elezioni presidenziali 2022, è certo che i sondaggi hanno una loro influenza sull'esito del voto. A confermarlo lo stesso direttore della ricerca di uno dei principali istituti di sondaggio francesi. "Certo, i sondaggi hanno avuto un impatto, ad esempio nel cosiddetto voto utile al primo turno - spiega Mathieu Gallard, direttore di ricerca della IPSOS -. Il voto utile si basa sull'idea per cui un altro candidato diversamente dal proprio, secondo i sondaggi appunto, potrebbe avere più possibilità di riuscire e quindi lo si preferisce al proprio".

Il timore, di tanti, è che dato il loro peso, i sondaggi politici possano essere manipolati e che, più che la fotografia delle opinioni dell'elettorato, siano la risposta al desiderio del mandante. Un'eventualità esclusa dallo stesso Mathieu Gallard. Ammette che i sondaggi elettorali sono un ottimo veicolo pubblicitario poiché "fanno conoscere gli istituti al grande pubblico e verso nuovi clienti potenziali come aziende, istituzioni o lobby". Ma, stando al rappresentante di IPSOS (una delle società più grandi al mondo nel settore con uffici in 90 Stati e un fatturato di 2 miliardi di euro), l'alta visibilità dei sondaggi elettorali è una garanzia anche se rappresentano meno del 10% delle attività, in maggioranza rivolte a ricerche di marketing o d'opinione non pubbliche). "Non abbiamo nessun interesse a sbagliare o a manipolare le cifre come a volte si dice", spiega il responsabile del sondaggio che dà il candidato di La République En Marche rieletto con il 57,5% delle preferenze, contro il 42,5 della rappresentante del Rassemblement National.

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