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Mandato di arresto per Shoigu e Gerasimov

La CPI vuole l’ex ministro della Difesa russo e il capo di Stato maggiore - La Corte europea dei diritti umani condanna le violazioni in Crimea - Mosca blocca i siti di media europei, in risposta ad analoghe sanzioni UE

  • 25.06.2024, 14:01
  • 18.07.2024, 07:09
04:28

Notiziario

Notiziario 25.06.2024, 14:00

  • Keystone
Di: Agenzie / RSI Info 

La Corte penale internazionale ha emesso mandati d’arresto contro l’ex ministro della difesa russo Serghei Shoigu, attualmente segretario del Consiglio di sicurezza nazionale, e contro il capo di stato maggiore delle forze armate Valery Gerasimov, per presunti crimini di guerra legati all’invasione dell’Ucraina.

L’annuncio è stato dato in un comunicato diramato dalla stessa CPI. I fatti riguardano in particolare la distruzione deliberata delle infrastrutture elettriche (reti e centrali) con i bombardamenti condotti dall’ottobre del 2022 al marzo del 2023, bombardamenti che hanno causato morti e sofferenze alla popolazione civile, compresi anziani, donne e bambini.

I Paesi firmatari dello statuto di Roma, tra cui la Svizzera, sono tenuti in linea di principio ad arrestare i ricercati della CPI se ne hanno la possibilità. 

Il mandato d’arresto “fa parte della guerra ibrida dell’Occidente contro la Russia” afferma il Consiglio di sicurezza nazionale russo. Il capo di gabinetto del presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha invece salutato con un messaggio su Telegram la decisione presa dai giudici dell’Aia.

Condanna a Strasburgo per la Crimea

Intanto un altro tribunale internazionale, la Corte europea dei diritti umani, ha condannato la Russia per violazioni sistematiche dei diritti umani in Crimea cominciate dopo l’invasione della penisola e la sua successiva annessione, nel febbraio 2014. Si tratta della sentenza su uno dei ricorsi presentati dal governo ucraino contro Mosca.

I giudici della Corte - che è un organo del Consiglio d’Europa con sede a Strasburgo e di cui fa parte anche la Svizzera - hanno concluso “oltre ogni ragionevole dubbio” che la trama di violazioni (torture, rapimenti, deportazioni, negazione della libertà di associazione o di espressione religiosa e altro) indicano l’esistenza di un modello e di una volontà persecutoria.

La Russia è stata espulsa dal Consiglio d’Europa all’inizio dell’invasione dell’Ucraina. Già da anni Mosca aveva smesso di applicare le decisioni della Corte ed era uno degli Stati membri con il maggior carico di sentenze non rispettate.

UE blocca media russi, Mosca risponde

In risposta alla decisione UE i bloccare i media Ria Novosti, Izvestia e Rossyskaza Gazeta, la Russia ha deciso di impedire l’accesso dal suo territorio ai siti di 81 media di Paesi dell’Unione europea.

Lo Stato più colpito è la Francia, con nove media, tra cui il quotidiano Le Monde. Per la Germania è stato bloccato, tra gli altri, il sito del settimanale Der Spiegel. Per l’Italia oscurati i siti di Rai, La7, La Repubblica e La Stampa. Per la Spagna il quotidiano El Mundo.

Il blocco dei media russi è uno dei pochissimi provvedimenti sanzionatori UE contro Mosca che la Svizzera fino ad ora non ha mai ripreso.

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