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Meloni a Pechino, un tentativo di ripartenza

La premier italiana ambisce a riequilibrare i rapporti commerciali e avvia un piano d’azione triennale con Pechino - Al centro dell’incontro anche l’Ucraina e il Medio Oriente

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Giorgia Meloni a Pechino

Telegiornale 29.07.2024, 20:00

Di: TG/RSI Info

La premier italiana Giorgia Meloni è in viaggio a Pechino per ricucire le relazioni dopo la decisione di Roma dello scorso dicembre di uscire dal patto della Via della Seta, il grande progetto strategico della Cina. L’Italia, criticata in Occidente, era stato l’unico Paese del G7 ad aderirvi nel 2019. Oggi, il governo Meloni, tenta di ripartire da nuove basi: “Con questo viaggio lanciamo un piano d’azione di 3 anni, che abbiamo firmato con il governo” dichiara la presidente del Consiglio spiegando che così: “si definisce la cooperazione bilaterale, lavorando allo stesso tempo per un bilanciamento dei rapporti commerciali”.

Riequilibrare la bilancia commerciale, che pende fortemente verso Pechino. Negli ultimi cinque anni, le esportazioni italiane sono passate da 14,5 a 18,6 miliardi di euro, quelle cinesi invece sono quasi raddoppiate da 35 a 66. Roma vorrebbe convincere Pechino a portare parte della produzione di auto elettriche in Italia, così da sopperire al calo di produzione di Stellantis (ex Peugeot e Fiat). La Cina, da parte sua, si dice pronta ad esplorare la cooperazione in aree emergenti, ma per il momento non c’è alcun progetto concreto. “La Cina e l’Italia dovrebbero sostenere lo spirito di lunga data della Via della Seta, sviluppare le relazioni bilaterali e sostenere la comunità internazionale nel trovare un terreno comune d’intesa” ha risposto Xi Jinping, presidente della Repubblica popolare cinese.

Durante l’incontro si è parlato anche di guerra in Ucraina, in Medio Oriente e delle tensioni nell’Indo Pacifico. “La Cina è un interlocutore fondamentale per affrontare queste dinamiche” ha detto oggi Giorgia Meloni. Al G7 organizzato a giugno in Italia, invece, si erano usate parole molto più dure, criticando Pechino per il supporto (seppur indiretto) che sta dando alla macchina militare russa.

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