Le esecuzioni e le condanne a morte registrate a livello globale, dopo i record negativi degli ultimi anni, risultano in calo. È quanto emerge dal rapporto di Amnesty International pubblicato giovedì. A incidere positivamente sulle statistiche è stata l'Africa subsahariana, dove il numero degli Stati abolizionisti è salito a 20.
Per Amnesty non è comunque il "momento di abbassare la guardia", perché attualmente nel mondo ci sono ancora 21'919 prigionieri nel braccio della morte. Nel 2017 le esecuzioni sono state 993, il 39% in meno rispetto alle 1'634 del 2015, anno in cui si è registrato il più alto numero dal 1989. I paesi dove ci sono stati più morti sono, nell'ordine: Cina, Iran, Arabia Saudita, Iraq e Pakistan. Le condanne a morte sono invece state 2'591 (-17% rispetto alle 3'117 inflitte nel 2016).
I paesi ad aver abolito la pena di morte sono stati 142, ma ci sono anche Stati che hanno fatto passi indietro, come la Palestina, Singapore e la Somalia, dove le esecuzioni sono quasi raddoppiate.
ATS/CaL