Almeno 1'032 persone sono state giustiziate in 23 nazioni nel 2016, il che equivale a un calo del 37% rispetto al 2017. Lo afferma martedì Amnesty International, nel cui rapporto 2016 si evidenzia come gli Stati Uniti non siano tra i cinque Stati ad aver proceduto al più grande numero di esecuzioni capitali – fatto questo che costituisce una novità dopo dieci anni di presenza.
Salil Shetty, il segretario generale di Amnesty International spiega che “quattro nazioni insieme sono responsabili dell’87% dell’insieme delle condanne a morte eseguite nel mondo intero”, il che lo porta a dichiarare che “la pena di morte vive lei stessa, dunque, le sue ultime ore”.
In totale, 567, 154, 88 e 87 persone sono state giustiziate, rispettivamente, in Iran, Arabia Saudita, Iraq e Pakistan. Almeno due persone finite sul patibolo in Iran avevano meno di 18 anni al momento dei fatti per i quali sono state condannate alla pena capitale. La Cina ha eseguito più esecuzioni capitali degli altri Stati messi insieme ma fornisce dati parziali che non permettono di avere riscontri precisi in materia.
ATS/EnCa
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