L'Unione Europea è ancora lontana dal risolvere le controversie in materia di migrazione dopo l'accordo raggiunto venerdì a Bruxelles, che solleva molte questioni sulla sua attuazione e aspre critiche da parte delle organizzazioni non governative (ONG).
"Il concetto di paese di primo arrivo non si può cancellare", ha detto il presidente francese Emmanuel Macron al termine del vertice UE, ribadendo che i centri di controllo per i migranti dovranno essere nei paesi di primo sbarco, gelando di fatto le aspettative del premier italiano Giuseppe Conte, che chiedeva la distribuzione obbligatoria (e non volontaria) dei migranti.
Per i migranti salvati nelle acque europee, nel testo si propongono "centri controllati" - e non "chiusi" come auspicato dalla Francia - che gli Stati membri istituirebbero "su base volontaria".
"È un accordo da costruire, non fa nulla per risolvere la crisi che stiamo vivendo", ha ammesso Macron, mentre la cancelliera tedesca Angela Merkel ha riconosciuto che gli europei "non sono ancora alla fine del cammino" e ha annunciato il raggiungimento di intese bilaterali con Spagna e Grecia.
"È troppo presto per parlare di un successo per l'UE", ha affermato venerdì il Presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk. L'accordo politico è stato "in realtà la parte più facile del compito, rispetto a ciò che ci attende sul campo, quando inizieremo ad attuare" le proposte, ha ammesso.
I paesi dell'Europa centrale, i più ostili all'accoglienza dei migranti, hanno urlato vittoria alla fine del vertice, sottolineando che non sono previste misure di accoglienza obbligatorie nel compromesso che l'Italia aveva minacciato di bloccare per mancanza di impegni di solidarietà da parte dei suoi vicini di fronte agli arrivi sulle coste della Penisola. Così dopo le "conclusioni" del vertice il ministro degli interni italiano Matteo Salvini ha dichiarato che, al di là delle intese, "noi chiudiamo i porti all'ONG".
Migranti al largo della Libia accostati dai volontari della ONG Mission Lifeline
Intanto una nuova tragedia, venerdì, al largo delle coste libiche ha ricordato alle coscienze la necessità di trovare immediatamente soluzioni durature: tre bambini sono morti e cento persone sono disperse dopo l'affondamento dell'ennesimo gommone.
ATS/M. Ang
RG 18.30 del 26.06.18 Il servizio di Walter Rauhe
RSI Info 29.06.2018, 20:53
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RG 18.30 del 26.06.18 Il servizio di Anna Valenti
RSI Info 29.06.2018, 20:53
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