Nel 66° giorno di guerra in Ucraina la Russia aumenta la sua pressione a est, nella zona di Kharkiv, pur rallentando l'avanzata nel Donbass, mentre continua la resistenza ucraina nell'acciaieria Azovstal di Mariupol, dove non venerdì c'è stato il previsto tentativo di evacuazione dei civili e di 600 feriti. Nella regione di Donetsk e Luhansk, intanto, ben quattordici attacchi lanciati dalle forze russe sono stati respinti nelle ultime 24 ore, ha detto sabato lo Stato maggiore delle forze ucraine.
E come detto non c’è stata, contrariamente ai proclami dell’ONU, l’evacuazione di civili e soldati (tra cui tanti feriti) dall’acciaieria Azovstal di Mariupol, martellata senza sosta dall’artiglieria di Mosca. Nonostante le dichiarazioni del segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, tese a evitare "un’apocalisse", nessuno ha potuto lasciare lo stabilimento: giornalisti dell’AFP hanno testimoniato che il fuoco dei russi non è mai cessato, impedendo qualsiasi sgombero delle persone asserragliate nei cunicoli dell’immensa fabbrica risalente all’epoca sovietica.
A Kharkiv l'esercito ucraino annuncia alcune vittorie "tattiche" tra cui la liberazione di alcuni villaggi dei dintorni, ma non esita a definire la situazione all'acciaieria di Mariupol "peggio di una catastrofe umanitaria". Ancora violente esplosioni si sono sentite nella notte nella seconda città più grande del Paese, presa di mire da settimane dall'artiglieria russa.
Sempre sabato un caccia ucraino ha colpito con due missili un villaggio russo nella regione di Bryansk al confine con l'Ucraina: l'onda d'urto ha danneggiato impianti usati per il carico di petrolio. Lo afferma il governatore della regione Alexander Bogomaz. Non ci sono vittime o feriti. "Alle 6.50 (le 5.50 in Svizzera), i sistemi di difesa aerea russi hanno individuato un velivolo da combattimento ucraino. Mentre erano in corso misure per impedire all'obiettivo di entrare in territorio russo, due proiettili hanno colpito l'insediamento di Zhecha nel distretto di Starodubsky", dice Bogomaz.
Zelensky pronto al dialogo, Mosca bacchetta NATO e Kiev
Sul fronte diplomatico, intanto, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si dice ancora disposto al dialogo con Mosca "nonostante le atrocità" compiute dai russi. Un dialogo il cui stallo viene attribuito dal ministro degli esteri russo Sergei Lavrov alla NATO, accusata d’evocare spettri di guerra nucleare che il Cremlino, invece, escluderebbe. Nelle trattative per mettere fine al conflitto, ha poi dichiarato il capo della diplomazia russa, dovrà rientrare anche la fine delle sanzioni contro il suo Paese.
Lavrov ha pure affermato che Kiev minaccia la navigazione e le infrastrutture dei Paesi del Mar Nero a causa di mine posate dalle truppe ucraine finite alla deriva, ma al momento la "paternità" degli ordigni è ancora tutta da accertare.
Un altro caso che agita la diplomazia è emerso venerdì dopo che il premier Joko Widodo ha invitato ufficialmente al G20 previsto a novembre in Indonesia il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Tuttavia, Widodo ha invitato pure il presidente russo Vladimir Putin, il quale (secondo l’AFP) ha confermato che vi prenderà parte. Washington ha accusato il leader del Cremlino di "depravazione" e chiedono a Jakarta che sia escluso dall’incontro.
Intanto, sono almeno sei gli uomini d’affari russi morti per un (apparente) suicidio negli ultimi mesi, alcuni dei quali hanno compiuto il gesto estremo insieme alle loro famiglie. Secondo la CNN quattro dei sei businessmen deceduti sono dirigenti legati a Gazprom o a una delle sue controllate.