C’era l’atmosfera delle grandi occasioni giovedì mattina nella sala enorme gremita di circa 500 giornalisti, la metà di quelli abitualmente presenti a causa della pandemia, con rappresentanti della stampa scelti e chiamati direttamente dal Cremlino per la tradizionale ed annuale conferenza stampa di Vladimir Putin.
Una conferenza stampa che è arrivata in un momento difficile per la Russia: sul tavolo ci sono le tensioni con l'Occidente, la questione ucraina e una pandemia che nel Paese ha fatto registrare 537'000 morti secondo l'agenzia di statistica nazionale (301'271 i casi fatali confermati in laboratorio). Ed è proprio da qui che è partito il presidente russo. Aggiornando il numero dei vaccinati con due dosi – circa 70 milioni secondo quanto afferma – ha spiegato che "questo non è abbastanza per raggiungere l'immunità di gregge. Occorre immunizzare almeno l'80% della popolazione". Una sfida che Putin intende raggiungere nel corso del 2022.
Sul fronte dell'economia, ha dichiarato che quest'anno il PIL della Russia dovrebbe crescere del 4,5% mentre nei primi dieci mesi dell'anno si è registrata una crescita del 4,6%
Altro tema caldo sono invece le crescenti tensioni con gli Stati Uniti e i loro alleati. Al centro la volontà dell'Ucraina di allearsi alla NATO, questione che irrita pesantemente la Russia che senza giri di parole dice che "dobbiamo decidere come deve essere il futuro della Russia. Non possiamo continuare a vivere con la minaccia costante di attacchi esterni". Un avvicinamento dell'Alleanza atlantica al confine russo, per il Cremlino significherebbe essere sotto tiro dei missili occidentali in meno di 5 minuti. Ma Putin si è detto fiducioso di trovare una soluzione. "Non vogliamo un conflitto – conclude - siamo disponibili al dialogo ma l'Occidente deve darci maggiori garanzie".