Tremila specie diverse hanno lasciato tracce di DNA nei 250 campioni di acqua prelevati fin nelle profondità del Loch Ness dall'esperto neozelandese Neil Gemmell, ma nulla fa pensare che il mostro segnalato a numerose riprese a partire già dal VI secolo dopo Cristo esista davvero. "Abbiamo testato le ipotesi più diffuse, come quella di un grande rettile, di uno squalo o di un pesce gigante, senza trovare prove che possano confermarle", ha affermato lo scienziato nel presentare giovedì i suoi risultati. "Nessie" potrebbe essere "un grosso esemplare di anguilla", animale presente in grande quantità, ma anche di questo non vi è nessuna certezza.
Il mistero dello specchio d'acqua delle Highlands scozzesi rimane dunque intatto. Sicuramente non smetterà di cercare Steve Feltham, che da 28 anni dà la caccia a tempo pieno alla creatura, e nemmeno svaniranno i turisti che affollano i battelli e i negozi di souvenir.